Non solo Microsoft è nel mirino dell'Antitrust, ora sotto la lente dell'organismo di vigilanza c'è finita pure Google Italia News.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha pubblicato un bollettino in cui si legge che è stata avviata un'istruttoria nei confronti di Google Italy a seguito di una segnalazione della Fieg (Federazione italiana degli editori di giornali).
La Fieg si lamenta di come vengono aggregati contenuti giornalistici su Google News i criteri usati non sono pubblici e sono regolati da un algoritmo coperto da segreto industriale. Le pratiche tecnologiche con cui Google forma i propri indici (ranking) dei contenuti riportati su Google News Italia e i propri indici di risposta alle queries degli utenti non sono trasparenti.
Il sistema utilizzato da Google determina la presenza ed il posizionamento degli articoli riportati sul portale Google News Italia delimitando la visibilità degli annunci e il livello di preminenza dato ad alcuni rispetto ad altri, potendo favorire un soggetto a scapito di un altro. La mancanza di trasparenza, secondo la FIEG, procura danni agli editori che competono con Google nel mercato della raccolta pubblicitaria on-line.
Ma denuncia anche che l'impossibilità di un editore di un sito di news di controllare quali dei propri contenuti possano essere indicizzati e resi accessibili tramite Google News.
Le opzioni sono solo due:
- consentire al motore di ricerca Google di accedere liberamente al proprio sito e di raccogliere ed utilizzare i dati ad esso relativi anche per finalità di raccolta pubblicitaria;
- oppure vietare l’accesso al proprio sito ai sistemi automatizzati di Google, così escludendosi non solo da Google News ma anche dalla consultazione effettuata da tutti coloro che utilizzano detto motore di ricerca e dunque dai proventi pubblicitari che tale consultazione indirettamente produce.
Le modalità con cui Google procede all’utilizzo dei contenuti pubblicati sul sito dell’editore potrebbero essere tali da configurare un abuso di posizione dominante con effetti distorsivi della concorrenza nei mercati della raccolta e dell’intermediazione pubblicitaria on-line.29.
Google visualizza il titolo e le prime righe degli articoli pubblicati dagli editori, che costituiscono parte integrante del prodotto generato dai loro investimenti e dalla loro attività. In base a quanto segnalato da FIEG, ciò accadrebbe, non solo in assenza di qualsiasi remunerazione diretta per l’utilizzo dei contenuti, ma soprattutto senza che l’editore possa scegliere se includere o meno le notizie pubblicate sui propri siti internet su detto portale o possa esercitare qualsiasi forma di controllo dei contenuti visualizzati su Google News Italia.
Utilizzando contenuti prodotti da editori terzi, ha creato un portale di informazione che si pone come sostituto delle home page dei principali siti di informazione quali, ad esempio, quelli delle principali testate quotidiane o di agenzie di stampa, limitando la capacità di tali soggetti di valorizzare i propri spazi pubblicitari.
Inoltre tramite i link del portale Google News Italia si accede direttamente alla pagina interna del sito dell’editore, saltando la home page del sito stesso che rappresenta un’importante fonte di introiti pubblicitari per i siti informativi.
L’istruttoria dell’Antitrust dovrà dunque verificare se i comportamenti di Google, resi possibili dalla sua indiscussa predominanza nella fornitura di servizi di ricerca online, siano idonei ad incidere indebitamente sulla concorrenza nel mercato della raccolta pubblicitaria online, con l’ulteriore effetto di consolidare la sua posizione nell’intermediazione pubblicitaria online.
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2 commenti:
Sinceramente, io mi fido piu' di Google che dell'Antitrust Italiana.
E' fin troppo chiaro di quali interessi qui si vogliano tutelare e, a mio avviso, NON sono quelli degli utenti.
Se l'editoria italiana e' in crisi, forse non sara' anche perche' i loro contenuti non valgono abbastanza da essere comprati?
L'opzione ce l'hanno GIA': tengano i loro siti fuori dagli indici di google, si consorzino per creare un motore di ricerca tutto loro, ASSUMANO e PAGHINO di tasca propria il personale necessario a tenerlo in piedi, e poi vedremo tutti chi decide di leggerli e a che prezzo. Mal che vada, almeno avrebbero dimostrato di avere attributi.
Troppo semplice, pretendere la botte piena e la moglie ubriaca...
Be!, l'Antitrust deve fare il suo lavoro, quello che non ha senso è ciò di cui si lamentano gli Editori.
In fondo, come dici tu nessuno ti obbliga ad inserirti nel motore di ricerca, ma è ridicolo che poi tu ti lamenti di non essere così ricercato dagli utenti.
La pubblicità la usano anche i giornali, se non la sfruttano bene, non credo che Google ne abbia colpa. Certo i suoi fatturati sono altissimi, ma succede sempre così quando qualcuno crea qualcosa di interessante. Non vorremo mica fare il processo alla Ferrari solo perchè guadagna di più. ;-)
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