La pirateria di software in Italia è diminuita rispetto all'anno scorso, ma l'analisi è un po' più complessa perchè sono aumentate le perdite per il settore informatico italiano.
Da un indagine svolta dalla IDC per conto della BSA (Business Software Alliance), riporta i risultati nel rapporto: Global Software Piracy Study, ne emerge che in Italia nel 2008 la pirateria sul software per Pc è diminuita dell'1% rispetto all'anno precedente.
Anche nella metà dei 110 Paesi oggetto dello studio la percentuale di pirateria ha registrato una riduzione, mentre soltanto nel 15% dei casi si è verificato un incremento. In Italia le perdite causate al settore informatico dalla pirateria software nel 2008 sono cresciute del 7%, passando dai 1.277 milioni di euro dello scorso anno ai 1.361 stimati per il 2008.
Dal 2003 ad oggi, infatti, il tasso di pirateria del software nel nostro Paese ha raggiunto l’inquietante picco del 53%, per poi finalmente iniziare una parabola discendente che l’ha portato al 48% stimato per l’anno solare 2008. E il fenomeno ha effetti negativi che si estendono ben al di là del fatturato del settore.
Un altro studio, sempre realizzato da IDC e rilasciato nel febbraio 2008, indicava infatti come una riduzione della pirateria software del 10% in 4 anni potrebbe generare oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700 milioni di euro di entrate per l’Erario e più di 2 miliardi di euro di ulteriore volume d’affari per il settore IT.
Un altro studio, sempre realizzato da IDC e rilasciato nel febbraio 2008, indicava infatti come una riduzione della pirateria software del 10% in 4 anni potrebbe generare oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700 milioni di euro di entrate per l’Erario e più di 2 miliardi di euro di ulteriore volume d’affari per il settore IT.
I risultati emersi dallo studio
- Nell’Europa Occidentale, i Paesi caratterizzati dai livelli più elevati di pirateria software sono stati la Grecia con il 57%, Cipro (50%) e, dopo l’Italia, l’Islanda con il 46%. Tra i Paesi con i livelli di pirateria più bassi si sono segnalati invece il Lussemburgo (21%), l’Austria (24%), e Belgio, Svezia e Svizzera (tutti sul 25%). La Russia è infine il Paese che ha compiuto i maggiori progressi con una riduzione di 5 punti percentuali in un anno, attestandosi al 68%, e di ben 19 punti in sei anni.
- Nei 110 Paesi oggetto dello studio la pirateria relativa al software per PC è diminuita in 57 casi, è rimasta invariata in 36 nazioni ed è aumentata soltanto in 16 Paesi. Poiché il mercato globale dei PC cresce a velocità notevolmente superiore nei Paesi caratterizzati da percentuali elevate di pirateria, il livello complessivo della pirateria software è aumentato globalmente di tre punti percentuali toccando il 41% nel 2008.
- Le economie emergenti assommano infatti complessivamente al 45% del mercato globale dell'hardware per PC, ma a ciò corrisponde meno del 20% del mercato complessivo del relativo software. Se in questi Paesi il mercato del software raggiungesse il medesimo livello del mercato dell'hardware, la crescita assommerebbe a 40 miliardi di dollari all'anno. Con la riduzione di un solo punto percentuale della pirateria globale in un anno, inoltre, il settore IT beneficerebbe di un'ulteriore crescita pari a 20 miliardi di dollari.
- La diffusione dell'accesso ad Internet alimenterà purtroppo anche il mercato del software pirata. Nei prossimi 5 anni 460 milioni di persone nei Paesi emergenti disporranno di accesso online. La crescita della pirateria sarà più consistente tra le piccole aziende e i consumatori, due aree caratterizzate generalmente da livelli più elevati rispetto alle grandi aziende e alle pubbliche amministrazioni.
Ulteriori informazioni e studio completo (in inglese) Bsa.org.
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