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1 luglio 2009

Venduto The Pirate Bay!!

Inaspettatamente il sito più famoso del momento per svariati motivi, è stato venduto a un produttore svedese di software, Global Gaming Factory X.

Dopo il verdetto negativo del processo subito dai titolari del sito, dopo il dubbio sull' esito del responso a causa di un giudice sospettato di non essere stato parziale nella sua decisione perchè membro di un'associazione svedese per la tutela del copyright.

Dopo la convalida della Corte d'appello svedese, che ha respinto la richiesta dei legali di Carl Lundstrom, Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg e Fredrik Neij, giudicando non sufficienti a dimostrare il pregiudizio e il conflitto d'interessi.Dopo la conquista di un seggio al Parlamento europeo da parte del Partito della Baia, ecco la vera novità, il sito è stato venduto.

Ed infine anche la notizia che The Pirate Bay conferma di essere al lavoro su The Video Bay, l'alternativa libera a YouTube per filmati in streaming da condividere, ma "senza temere di dover rimuovere il materiale per questioni che riguardano i diritti d'autore".
Ecco la vera novità, Global Gaming Factory X AB ha annunciato l'acquisto di The Pirate Bay, ed ha precisato nel comunicato stampa che introdurrà un nuovo modello di business che permetterà di compensare i titolari del copyright per il materiale scaricato.L'acquisizione verrà a costare circa 7,7 milioni di dollari.

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30 giugno 2009

Scarica 3322 file e viene assolto

Mentre in quasi tutte le parti del Globo Terrestre scaricare filmati musicali, film o qualsiasi altro prodotto protetto da copyright viene visto come il male assoluto da combattere ad ogni costo, in Spagna non viene visto come reato.

In Spagna un uomo, tra il 2003 ed il 2004, ha scaricato da internet e condiviso 3.322 filmati protetti da diritto d’autore.

Il Tribunale di Pamplona, ha assolto l’imputato da tutte le accuse, perchè non vi era alcuna prova che avesse tratto beneficio dall’aver scaricato film e musica e averla condivisa con gli altri.

Infatti secondo la legge spagnola ci deve essere un palese intento di profitto affinché qualcuno venga considerato responsabile di violazione di copyright, mentre in questo caso, è stato riconosciuto che l’uomo ha effettivamente scaricato file, ma che lo ha fatto per uso privato.

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26 maggio 2009

P2P anche in Italia si chiedono provvedimenti

La lotta al P2P inizia in Italia, ma non è finita in Francia.

Anche in Italia la lotta al P2P si fa agguerrita, la  Fapav (Federazione anti-pirateria audiovisiva italiana), ha intimato che la Telecom (come se fosse l'unico operatore in Italia, anche se il maggiore), di fornire i dati dei suoi utenti in modo da permettere di identificare ed in seguito adottare gli interventi di sua competenza" nei confronti di quanti scaricano illegalmente dalla rete contenuti audiovisivi protetti da copyright.

La stessa la Fapav, minaccia che se il perdurare di tali azioni illegali dovesse continuare, procederà alla richiesta di risarcimento per gli ingenti danni subiti.

Secondo l'ultimo studio condotto da Fapav e Ipsos, "nel 2008 il fatturato perso a causa della pirateria è stato pari a circa 530 milioni di euro e, in termini di impiego, sono a rischio oltre 250mila posti di lavoro nel settore audiovisivo, e nel settore home video è  stimata una perdita di 40 milioni di euro di investimenti, ben 500 video-noleggi hanno cessato la loro attività' nel solo 2008 e si è registrata una perdita del fatturato del 50% del settore del video-noleggio negli ultimi tre anni".

Ma non ci sarà come causa anche la crisi, mi chiedo io!!

Comunque la Telecom da parte sua replica di aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa vigente.

Come recentemente ribadito anche dalla Corte di Giustizia delle Comunità europee (sentenza 29 gennaio 2008, pronunciata nella causa C-275/06), il diritto comunitario consente agli Stati membri di circoscrivere all'ambito delle indagini penali o della tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale il dovere di conservare e mettere a disposizione i dati sulle connessioni e il traffico generati dalle comunicazioni effettuate durante la prestazione di un servizio della società dell'informazione, escludendo la possibilità che tali dati possano essere messi a disposizione per controversie civili relative ai diritti di proprietà' intellettuale".

Ma non solo in Italia nascono controversie, anche l'attuale "legge HADOPI", in Francia è sotto esame, perché alcuni membri del gruppo parlamentare socialista hanno sollevato dubbi di incostituzionalità presentando il caso innanzi al "Conseil Constitutionnel" con undici punti di conflitto con le disposizioni fissate dalla Costituzione Francese.

Se il "Conseil Constitutionnel" dovesse dare un parere negativo rispetto alle eccezioni sollevate, la "United Press International" da notizia che il parlamentare europeo Guy Bono sottoporrà la questione alla corte di giustizia europea.

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14 maggio 2009

La Francia approva la Legge anti P2P e ThePirateBay si vendica

È stata approvata la Legge anti-pirateria in Francia soprannominata dei tre schiaffi.

La legge approvata ieri dal Parlamento francese e stata confermata oggi in Senato, si chiama Hadopi (Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet). Una autorità indipendente che una volta individuato un utente che scarica illegalmente materiale protetto dal copyright, riceverà tre avvisi:  
  • la prima sarà una comunicazione via mail, che avvisa l'utente che è stato individuato a commettere atto di pirateria e quindi lo si invita a cessarlo;
  • dopodiché verrà inviata una raccomandata che ripeterà a grande linee il contenuto dell'e-mail;
  • ed infine la disconnessione dalla rete internet per un anno con il pagamento del canone per tutto il periodo anche se non si usa la connessione.

Vi è anche una amministrativa che sarà stabilita da una nuova autorithy per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti di Internet.

Una Legge che fa discutere anche a causa della violazione della privacy (per verificare una violazione è necessario che qualcuno controlli le connessioni private degli utenti) e non per ultimo si dovrebbe tenere in considerazione che internet è ritenuto un canale della libertà di espressione, la disconnessione toccherebbe anche i diritti del cittadino.

Ma c'è ancora un problemino che arriva da Bruxelles, il Parlamento europeo ha indicato, con un emendamento approvato il 6 maggio scorso, che il taglio della connessione può avvenire solo con una decisione della magistratura.

E ThePirateBay cosa fa? Non sta con le mani in mano, oltre a presentare ricorso, hanno deciso di intasare il conto corrente di Peter Danowsky, uno degli avvocati delle major.

Per farlo hanno usato il sito chiamato internet-avgift (parcella-Internet), che invita a donare 1 corona svedese allo studio legale Danowsky, rappresentante delle case discografiche, questa vendetta è stato soprannominato attacco DDo$.

Così facendo, si creerebbe molto caos a causa delle regole bancarie che una volta raggiunti i 1000  micro pagamenti elettronici, vengono fatti pagare i costi della transazione, in pratica il doppio del ricevuto (2 corone svedesi), obbligando Danowsky al rimborso delle donazioni non annotate nei libri contabili e ad un maggior esborso per lo studio ad ogni pagamento.

Maggiori info su questo sito.

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12 maggio 2009

Mininova filtra i Torrent

Anche Mininova, uno dei più famosi e grandi motori di ricerca per Torrent, ha deciso di cautelarsi preventivamente, in attesa di essere sentita in tribunale, su richiesta dell'olandese BREIN (l'equivalente locale di RIAA ed MPAA e SIAE) ha infatti trascinato in giudizio il portale.


Dopo il processo a ThePirateBay, molti siti che permettono la condivisione di  file  chiudono o si preoccupano di modificare le loro linee guida iniziali; sul sito Mininova, ad esempio, sono stati posti dei filtri in grado di riconoscere i link considerati illegali e procedere automaticamente alla loro rimozione.

Sullo stesso blog di Mininova si trova conferma della decisione. I torrent che saranno riconosciuti come violazioni del copyright saranno automaticamente eliminati e ne sarà anche bloccato un eventuale successivo caricamento.

Al momento i gestori del sito rassicurano che il filtro sarà attivo per 12 settimane, e che i titoli sotto osservazioni sono solo alcuni, comunque è sicuramente un segnale forte.

Anche se sul sito è esplicitamente espresso tra le sue condizioni di utilizzo, il divieto di caricare contenuti illegali, declinando ogni responsabilità su eventuali azioni in tal senso da parte dei suoi utenti, l'aggiunta di questo filtro desta molti reclami da parte degli utenti.

Vedremo anche qui come andrà a finire.

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6 maggio 2009

ThePirateBay sarà processata anche in Italia

Anche se non è ancora finita la vicenda del processo a The Pirate Bay i guai per gli autori del sito non sono finiti, presto dovranno vedersela con l'Italia.

Bisogna tornare a quando il sito era stato sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale di Bergamo.

La Federazione Industria Musicale Italiana, ha infatti pubblicato sul suo sito:
«In Italia il sito thepiratebay.org è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, a seguito di un'operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell'agosto del 2008. I quattro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per violazione della vigente normativa in materia di diritto d'autore. Nell'ambito dell'operazione era stato anche ingiunto a tutti gli internet provider italiani di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese. Il provvedimento della procura, pienamente confermato dal Giudice per le Indagini Preliminari, è stato parzialmente revocato dal Tribunale del Riesame che, pur confermando in modo netto e deciso l'illiceità della condotta dei gestori di Pirate Bay, ha disposto la revoca del blocco IP e DNS per vizio di forma. Si attende ora la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione sul ricorso presentato dal Pubblico Ministero di Bergamo. A prescindere dall'attesa pronuncia della Suprema Corte di Cassazione thepiratebay.org, ai sensi della vigente normativa in materia di diritto d'autore, rimane un sito illegale e gli utenti che lo utilizzano per scaricare brani non autorizzati rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall'art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete)».
Non solo è a rischio il sito, ma anche gli utenti.

Gli avvocati di Peter Sunde sono  Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi, hanno rilasciato un'intervista in cui spiegano la strategia di difesa.

Staremo a vedere anche qui come si risolverà un problema che sia dal punto di vista Legale che dal punto di vista di chi usufruisce queste tecnologie hanno bisogno di chiarezza.

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2 maggio 2009

L'evoluzione del p2p, tra processi ISP e multe

Nonostante non sia ancora ancora detta la parola fine al processo della Baia dei Pirati, a causa di un conflitto di interessi, la lotta al p2p non ha tregua, infatti in Francia si tenta nuovamente con un disegno di Legge, tornato all’esame del Parlamento francese, portandola al vaglio delle due Camere che potrebbero vararla già entro maggio.

In Svezia invece continua il tira e molla con gli Internet Service Provider dove a causa del calo di traffico sulla rete, cresce la preoccupazione per uno stallo nella crescita e nella richiesta di nuovi servizi a banda larga.

Tele 2 ha dichiarato che cancelleranno immediatamente tutti i registri del traffico, mentre gli altri ISP verranno conservati per non più di 3 settimane,; questo impedirebbe di istituire un procedimento legale, ciò rispettando le normative europee che prevede di cancellare i dati di traffico il prima possibile, per difendere la privacy dei navigatori.

In Italia? In Italia Tele 2, controllata da Vodafone, limita la banda a chi si connette al Peer to peer, senza avvertire gli utenti. Tutto ciò nonostante che l'Antitrust gli abbia appioppato una bella multa per aver applicato filtri al P2p, senza avvisare adeguatamente i clienti.

Anche Google fa la sua parte, dopo il famoso processo alla Baia dei Pirati, il paragone di Google con ThePirateBay viene subito evidenziato dal fatto che se pubblicare link a materiale protetto da diritti d’autore è considerato reato alla stregua di fornire il materiale stesso, anche i motori di ricerca dovrebbero essere perseguiti.

La risposta non si è fatta attendere, Marco Pancini, european policy counsel di Google spiega:

"La missione di Google è indicizzare e rendere disponibili tutte le informazioni presenti online, questo indipendentemente dai formati in cui questi file sono messi online. I formati dei file non sono di per sé illeciti, ma è l'uso che se ne fa che li qualifica come tali. Per fare un esempio Google è come un'autostrada sulla quali circolano molte autovetture (i contenuti); Google non può essere considerato responsabile se con una di queste automobili viene commesso un crimine e nemmeno lo è l'automobile di per sé".

Ma neppure usare il suo motore di ricerca è lecito, infatti Google non consente più di utilizzare il suo motore di ricerca sul sito di µTorrent. Moltissimi siti utilizzano il motore di ricerca Google per aumentare le proprie visite e generare delle entrate in più. Utilizzare Google per permettere agli utenti di cercare file torrent direttamente dalla home page di µTorrent, individuandoli su siti come ThePiratebay e isoHunt non è più possibile.

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24 aprile 2009

Il processo a ThePirateBay forse si dovrà rifare

Il processo potrebbe essere ripetuto a causa di un conflitto di interessi.

Uno degli avvocati della difesa degli amministratori del sito The Pirate Bay, Peter Althin, ha comunicato la richiesta di annullamento della sentenza del processo emessa il 17 di questo mese, a causa di un conflitto di interessi che vede il giudice Tomas Norström, firmatario della sentenza, iscritto a due diverse associazioni per la tutela del copyright.

Dei legami fra il giudice del processo a Pirate Bay e alcune organizzazioni internazionali, come la Swedish Copyright Association e la Swedish Association for the Protection of Industrial Property, società strettamente legate alle lobby che fomentano la guerra sulle leggi del copyright digitale, ne ha dato notizia una trasmissione della radio pubblica svedese.

Inoltre vi è la pressante richiesta da parte della IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) agli ISP di chiudere, censurare e bloccare l'accesso a siti come The Pirate Bay.

Nonostante ciò alcuni ISP non accettano di sottostare alle richieste, Jon Karlung, managing director dell'ISP Bahnhofs ribadisce "noi non censureremo i siti per i nostri clienti", perché "non è questo il nostro lavoro".

È però di questi giorni (e non è la prima volta) che uno studio norvegese riporta un risultato discordante con le richieste delle Major.

Secondo lo studio condotto dalla BI Norwegian School of Management i dati dimostrerebbero che chi effettua download di file musicali attraverso le reti P2P, sia in realtà un vorace consumatore di musica “a pagamento”. Per ogni file illegale scaricato, ciascun utente ne scaricherebbe 10 a pagamento.

Riporta inoltre oggi Ilsole24ore.com la notizia che il download illegale è molto diffuso dai computer dei luoghi di lavoro e circa il 30% del materiale piratato viene scaricato dalle postazioni delle amministrazioni pubbliche: lo ha affermato Tullio Camiglieri, membro del Comitato contro la pirateria digitale presso la presidenza del Consiglio.

Altro argomento da non sottovalutare è il problema sicurezza. argomentato da Adolphus Towns e Darrell E. Issa al Congresso degli Stati Uniti, sui pericoli degli utenti quando condividono erroneamente informazioni personali con i programmi di file sharing.

Molti utenti inesperti condividono erroneamente molte cartelle del proprio computer, rendendo pubblici i propri dati personali su Internet, senza neppure accorgersi del pericolo. Anche qui nulla di nuovo sotto il sole, già nel 2006 l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti dimostrò che cinque programmi (BearShare, eDonkey, Kazaa, LimeWire e Morpheus) erano potenzialmente dannosi per la privacy degli utenti, oltre a violare la sicurezza dei file, gli utenti condividevano dati sensibili come dichiarazioni fiscali, contabilità finanziarie e documenti privati. I due politici hanno chiesto ai produttori di programmi di file sharing di provvedere per ricolvere il problema, e chiedono anche di regolamentare le tecnologie peer-to-peer.
Ecco alcuni link di approfondimento: TorrentFreak e Cnet

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22 aprile 2009

Tariffe Flat nella bufera, spariranno?

Questa notizia mi ha un po' gelato le vene, si sta delineando la possibilità di togliere le tariffe flat.

Al di la dell'uso che ognuno di noi/voi facciamo della nostra connessione, non riesco mai ad accettare le decisioni che puniscono tutti in funzione di un tot, che si voglia diminuire o eliminare il p2P, posso anche accettarlo, colpire gli innocenti non lo posso accettare, anche se non è ancora così, trovare una soluzione che accontenti tutti si può cercare e trovare?

In America, alcuni provider Time Warner Cable e Comcast avrebbero proposto piani tariffari non flat, scatenando una marea di polemiche.


I provider, che si trovano con il fiato sul collo delle major, si trovano costretti a trovare soluzioni alternative, anche se al momento sarebbero colpiti solo gli utenti che scaricano molti GB e americani; si profila comunque, una panorama ambiguo nel futuro delle tariffe, e il dover pagare di più la mia connessione a Internet mi preoccupa già da ora, perchè se ci riescono gli americani presumo che sarebbero immediatamente seguiti da molti altri provider, anche italiani.

Il New York Times riporta che Time Warner Cable vorrebbe modificare, almeno parzialmente per ora, le offerte “all you can eat” con tariffe variabili a seconda dell’uso che ne fa l’utente. Più banda consumi, più paghi.

Dopo le numerose critiche Il provider Time Warner Cable ha ritirato la proposta, affermando che non è ancora il momento per offerte di connettività residenziali semi-flat, basate sui volumi di traffico.

Voi cosa ne pensate? È giusto aumentare le tariffe se si usa il p2p?

I provider devono monitorare gli utenti? Come si può accontentare tutti, chi condivide legalmente da chi non, dalle major all'utente che non condivide proprio?

E a questo punto se io pago di più ho diritto a scaricare cosa voglio dalla rete?

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17 aprile 2009

Condanna per ThePirateBay

Il tanto atteso esito del processo contro La Baia dei Pirati è arrivato nella tarda mattinata di oggi: un anno di carcere per violazione del copyright ai quattro titolari del portale ed un risarcimento danni per 2,7 milioni di euro, a varie società come la Warner Bros, Sony Music Entertainment, Emi e la Columbia Pictures.

La richiesta era di 117 milioni di corone quantificabili in 106 milioni di euro, come risarcimento più interessi per le perdite causate dalle decine di milioni di download illegali tramite il sito.

A nulla sono servite le affermazioni di non colpevolezza ribadendo che "The Pirate Bay costituisce un semplice motore di ricerca per ottenere i link per il file sharing, ma non ospita materialmente sui propri server alcun file". Secondo i giudici i responsabili del sito invece erano a conoscenza della diffusione di materiale protetto dal diritto d'autore, e inoltre che il sito è organizzato per scopi commerciali; sono stati quindi, ritenuti responsabili.

Nonostante il duro colpo gli autori del sito ThePirateBay non si arrendono, ed in home-page appare questo commento:
«Come in tutti i migliori film, gli eroi perdono all’inizio ma riescono alla fine, comunque, ad ottenere una vittoria epica. È l’unica cosa che Hollywood ci ha insegnato»
La decisione della Corte potrebbe costituire un valido precedente giuridico per le major, anche se come già accaduto per Napster, gli utenti in poco tempo hanno trovato altre alternative.

Vedremo con il tempo l'evolversi in vari stati di questa dura ed aspra battaglia fra major e pirati.

Maggiori info su Reuters (in inglese).

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16 aprile 2009

Coelho sostiene The Pirate Bay

Paulo Coelho scrittore contemporaneo di svariati libri, ribadisce nuovamente il suo pensiero, proponendo il suo sostegno alla Baia dei Pirati che domani avrà il risultato del processo.

Coelho sostiene che l’umanità esiste grazie alla condivisione: del cibo, delle risorse e anche dell’arte: "Condividere è una parte della condizione umana. Una persona che non condivide non è soltanto egoista, ma amaramente sola."

Si è pure reso disponibile a viaggiare fino in Svezia per supportare TPB in questo difficile momento.

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4 aprile 2009

In Svezia cala il traffico a causa di IPRED

Dal 1° aprile, in Svezia, è in vigore la nuova direttiva chiamata IPRED (Intellectual Property Rights Enforcement Directive ), che obbliga gli ISP svedesi di rivelare i dati degli utenti che utilizzano le Reti P2P per scaricare file coperti da copyright, alle Major che lo richiedono.

I risultati si sono già fatti sentire, calo del traffico Internet del 33% nel primo giorno.

Christian Engstrom, vice presidente del Pirate Party svedese ha dichiarato alla BBC che effettivamente il traffico è sceso da una media di 120Gbps a 80Gbps il giorno, ma che gli utenti setteranno gradualmente le loro connessioni in modo anonimo e il traffico riprenderà a salire.

L'ottimismo sarà dovuto al servizio IPREDator o all'anonimato VPN che è appena stato lanciato.

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31 marzo 2009

Condividere file torrent da ThePirateBay su Facebook

Altra novità dalla Baia dei Pirati, questa volta si sono escogitati una nuova funzionalità a dir poco ardita, la possibilità di condividere file.torrent su Facebook.

Ora tutte le volte che cercherete su ThePirateBay un file audio, video, software o quant'altro vi necessiti, troverete un tastino con la dicitura "Share on Facebook".

Cliccando sul pulsante potrete segnalare un file interessante ai vostri amici, quindi chiunque tra i vostri contatti, potrà iniziare il download del file senza visitare il sito di ThePirateBay.

Si stanno ovviamente scatenando molti commenti su internet, per questa scelta che parrebbe quasi una sfida alle major, in qualunque caso La Baia dei Pirati non viola nessuna regola di Facebook .

Se volete verificare ecco il link per scaricare ubuntu-8.10-dvd-amd64.iso, mentre se volete approfondire potete visitare il sito Torrentfreak.

Se invece volete dire la vostra sull'argomento, potete liberamente commentare questo post! :-)

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30 marzo 2009

ThePirateBay anonimato a 5 Euro al mese

Nonostante non sia ancora conclusa la vicenda legata al processo di cui si dovrà sapere il risultato il 17 di aprile, il team ThePirateBay non si scoraggia per nulla e lancia una VPN privata a 5€ al mese.

La necessità di questo servizio nasce, probabilmente, a seguito di una direttiva svedese che partirà il primo di aprile; verrà introdotta una norma chiamata IPRED (Intellectual Property Rights Enforcement Directive ) che permetterà di ottenere dettagli sui dati delle persone sospettate di file sharing.

Il sito ThePirateBay, ha quindi deciso di lanciare una VPN privata destinata ai propri utenti al costo di 5€ al mese.

Il nome di questo servizio è IPREDator e garantisce, riporta il sito ufficiale allestito da Pirate Bay, ai suoi utilizzatori un minor livello di tracciabilità.

In beta test, sembra fino a domani, dove poi il servizio sarà disponibile per gli utenti di tutto il mondo.

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4 marzo 2009

Appuntamento al 17 aprile per il verdetto The Pirate Bay

Si è concluso oggi il processo ai responsabili di The Pirate Bay, ora si resta in trepida attesa del verdetto che verrà emesso il 17 aprile.

Si teme che nonostante siano cadute molte accuse, il verdetto possa non essere positivo, anche perchè è proprio della settimana scorsa l'approvazione di una legge che inasprisce le misure contro i download illegali ed inoltre i provider saranno costretti a fornire l’indirizzo Ip del computer colto in flagrante.

Dopo il disservizio di ieri che aveva portato ad essere irraggiungibile il sito, dove alcuni temevano che il processo fosse la causa del black out, il sito di The Pirate Bay in mattinata è tornato online; ora non ci resta che attendere la metà di aprile per saperne di più.

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3 marzo 2009

ThePirateBay.org è irraggiungibile

Questa volta non si tratta di un oscuramento, nonostante sia in atto un processo ai suoi fondatori, il problema questa volta è da imputare ai server, problema forse in via di risoluzione.

Secondo alcuni si era persino ipotizzato un attacco DDoS. Al momento non resta che attendere che venga sistemato il disguido, mentre sta andando avanti l'anomalo processo dove l'accusa chiede  il carcere e multe altissime come risarcimento danni, nonostante siano cadute metà delle accuse, anche perchè i server non contengono materiale piratato, Pirate Bay è accusata di facilitare la pirateria.

Per ora l'Isp norvegese Telenor si è rifiutato di bloccare la baia dei Pirati perchè la richiesta non avrebbe basi legali.

Sembra che alla fine siano più accusati per il loro business, che per violazione del copyright, in quanto accusati di interagire attivamente rimuovendo materiale pedopornografico e vendendo spazi pubblicitari che li porterebbe a guadagnare 10 milioni di corone l'anno (circa 350mila euro).

Domani il processo dovrà chiudersi e vedremo i risultati tanto attesi da migliaia di utenti.

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26 febbraio 2009

Disponibile eMule 0.49c

Brevissimo il periodo di beta, eMule 0.49c è già disponibile per il download nella sua versione finale.

L'aggiornamento è fortemente consigliato perché con la nuova versione sono stati risolti alcuni bug, le novità apportate sono varie:

  • possibilità di condividere singoli file e directory tramite semplici operazioni di drag'n'drop;

  • possibilità di vedere in anteprima il contenuto di un’immagine ISO e dei file RAR autoestraenti;

  • integrazione di alcuni sistemi di sicurezza presenti in Windows Vista, come il Data Execution Prevention e l’Heap Corruption Detection;

  • nuova funzionalità di backup che consente il ripristino automatico dei file part.met in caso di corruzione;

  • possibilità di sapere, in qualsiasi momento, la data esatta in cui un file è stato aggiunto alla lista dei download.
È possibile scaricarlo dal sito ufficiale,dal sito italiano.

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6 novembre 2008

Un nuovo caso di pirateria infondato

Non è la prima volta e non sarà l'ultima che le Major toppano con denunce a vanvera.

Mi è già capitato di leggere su denunce per pirateria di materiale prelevato illegalmente dalla rete, rivolte a persone che non hanno mai scaricato nulla da Internet, oppure che sanno a malapena usare il pc. Altre volte sono state denunciate persone che non possiedono il computer o addirittura individui che non hanno una linea adsl.

Questo nuovo caso parte da Atari, e coinvolge una coppia di scozzesi.

La denuncia è legata ad un videogioco di nome "Race 07". A detta detta dei legali di Atari, l'arzilla coppietta di 54 e 60 anni, avrebbe condiviso illegalmente sui circuiti di file sharing il video gioco.

Così hanno deciso di chiedere ai pensionati un accordo di 500 dollari per danni. L'unico problema è che i Signori incriminati del fattaccio, non sanno neppure cos'è un videogioco.

Dopo il loro rifiuto a pagare quella modica cifra, hanno cominciato ad arrivate lettere minacciose da parte dei legali, così i Sig.ri Murdoch hanno deciso di dare risonanza al fatto interpellando una rivista, la Which per pubblicare un reclamo decisamente pubblico.

Pare che la Società Atari scusandosi, sostenga che vi sia stato un errore nel risalire dall’indirizzo IP al nominativo dei coniugi.

Anche perché è probabile che chi utilizza i programmi di P2P, o anche il programma stesso usato, facciano in modo di nascondere l'indirizzo IP sostituendolo con un'altro.
 
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30 ottobre 2008

La SIAE pretende la tassa sull'Adsl

Ci mancava pure la SIAE!

La Telecom prospetta un aumento di canone, e le nostre tasche si svuotano sempre più.

Ora che la Telecom richieda un aumento, ci può anche stare. Fornisce un servizio, ha dei costi, c'è la crisi, insomma è un'azienda come le altre. Fornisce qualcosa e se ci sono aumenti si pagano.


Ma la SIAE, spiegatemi che cavolo centra. Questa società che è più odiata che amata, con regole bizzarre, lo sò per esperienza personale, si sono studiati una richiesta singolare: "che venga stabilito per legge un contributo da parte di tutti quei provider che forniscono a pagamento la linea Adsl veloce".

Motivo: l'Adsl consente a milioni di utenti di scaricare dal web, nella maggior parte dei casi evadendo il Diritto d'Autore, ogni tipo di contenuto creativo: musica, film, libri, immagini e qualsiasi genere di opera dell'ingegno messa a disposizione gratuitamente da ben noti e numerosi peer to peer".

Insomma se io ho un coltello sono una potenziale assasina, quindi posso fare un mese ogni tanto di galera, non si sa mai, potrei comunque farlo ne possiedo lo strumento e quindi è giusto che pago.

La SIAE, per perorare la sua causa infatti, si è  rivolta addirittura al Governo per chiedere «che a titolo di risarcimento i provaider versino una parte dei loro proventi agli autori per i diritti evasi».

Ma cavolini di bruxelles, io non ho mai scaricato nulla illegalmente. Tutto ciò che ho di gratis sul mio pc è perchè era offerto gratuitamente. Perchè dovrei pagare una tassa per qualcosa che non uso?

Secondo voi su chi potrebbe ricadere questa impropria tassa?

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26 settembre 2008

The Pirate Bay è di nuovo accessibile

La vicenda risale ai primi di agosto quando il Gip del Tribunale di Bergamo ha predisposto il sequestro preventivo contro il sito THE PIRATE BAY, uno tra i più famosi siti per il peer to peer.


L'accusa è di facilitare la pirateria, eppure The Pirate Bay è un motore di ricerca specializzato nell’indicizzazione di file torrent, praticamente ne più ne meno di ciò che fa il famosissimo Google o da altri motori di ricerca, infatti il motore di ricerca svedese altro non fa che elencare i file .torrent sparsi per il web, proprio ciò che fanno Yahoo, Google, MSN, Virgilio o altri motori di ricerca.

Questa ci riporta a tutte quelle notizie che parlano della censura cinese come se fosse lontanissima e invece noi che crediamo di essere tanto liberi ecco che questa volta è toccato a noi (qui sulla presunta libertà che abbiamo ci sarebbe da parlare a lungo ma andremmo fuori tema) e non bisogna dimenticare che purtroppo la censura riguarda anche Turchia (più vicina a noi), India, Pakistan e tantissimi altri paesi.

Vengono vietati ed oscurati siti di scrittori, pittori, blogger e via dicendo. Nella vicenda The Pirate Bay vi è stato inoltre un grave fatto legato alla privacy degli utenti italiani, infatti quando un utente provava a connettersi al sito veniva reindirizzato su un'altra URL riconducibile alla IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), acquisendo gli indirizzi IP dei visitatori del sito, che fossero utenti curiosi o utilizzatori del sito, senza contare chi comunque lo utilizzava per file legali non coperti da copyright. Io non sono dell'idea che per arrivare allo scopo si debba falciare tutto.   

Su quest'ultimo punto è intervenuta pure l'Associazione Altroconsumo  presentando reclamo al garante privacy contro industria discografica, per il trattamento illecito dati personali

Nonostante ciò la famosa in questi giorni ha festeggiato i 15 milioni di utenti.

Pirate Bay nella veste di Peter Sunde uno degli amministratori del sito ha fatto ricorso al Tribunale di Bergamo grazie a Matteo Flora, esperto informatico e due avvocati Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi.

I motivi per questo dissequestro non sono ancora noti, speriamo di avere aggiornamenti al più presto.
 
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