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17 giugno 2010

Come configurare Adobe Flash Player 10.1

La settimana scorsa Adobe ha rilasciato un aggiornamento passando alla nuova versione di Adobe Flash Player 10.1.

Se non avete ancora effettuato l'update o non siete sicuri di quale versione sia installata sul vostro computer, lo potete fare visitando la pagina messa a disposizione da Adobe

A questo punto è possibile, con il tasto destro del mouse, cliccare sull'immagine che vi segnala quale versione è installata sul vostro computer, e di seguito cliccare su impostazioni globali.

Volendo è anche possibile visitare direttamente la pagina di gestione impostazioni.

Cliccando a sinistra su "Global Privacy Settings panel" si aprirà la pagina dove apparirà un pannello di controllo che, come scritto sotto allo stesso, chiarisce che non è un'immagine ma proprio il pannello per gestire il programma che risiede sul vostro computer, da lì potrete modificare le impostazioni di default. 


Effettivamente è molto strano che la gestione risieda sul sito di Adobe e non sul nostro computer, anche se viene specificato "Adobe non ha accesso alle impostazioni che si vedono in Gestione impostazioni o alle informazioni personali sul tuo computer."

Tra le varie impostazioni da tenere presente sono i flash cookies, in considerazione del fatto che tracciano e memorizzano la nostra navigazione web, e che contrariamente ai cookie tradizionali, i primi non sono cancellabili con le classiche pulizie che effettuiamo sul nostro computer, in quanto non risiedono sul nostro computer.

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14 giugno 2010

ProfileWatch per verificare la tua privacy su Facebook

Negli ultimi tempi si parla molto di privacy, soprattutto legata al famoso Social Network Facebook.

Le impostazioni di privacy di Facebook sono state modificate più volte, ma nonostante ciò il livello di sicurezza non è mai sufficiente. Recentemente è stata resa disponibile una nuova pagina dove è possibile informarsi sugli ultimi aggiornamenti inerenti all'argomento.

Oltre alle impostazioni di base che offre il servizio, sta molto all'utente ragionare su come gestire la propria privacy e di conseguenza la propria sicurezza. Si deve sempre avere ben presente che più cose pubblichiamo di noi, più diventiamo vulnerabili.

Quello che vi segnalo oggi è un servizio gratuito che vi permette di verificare a che livello è la vostra privacy su Facebook.


Si chiama ProfileWatch ed è molto semplice da usare, sarà sufficiente inserire l'indirizzo Web del proprio profilo di Facebook nell'apposito spazio e verificare immediatamente  quali sono le informazioni che  gli estranei possono visualizzare di te.

Vi ricordo che vi sono molti servizi per verificare la vostra privacy, e su alcuni di loro potreste rimanere sorpresi di quante informazioni su di voi si trovano in rete.

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4 maggio 2010

Un numero verde contro lo spam telefonico

Quando si parla di spam si pensa immediatamente a quello inviato tramite e-mail, ma purtroppo vi è anche quello telefonico. Se siete stufi di essere importunati dallo spam telefonico, arriva una soluzione.

Purtroppo anche a causa della crisi, molte aziende utilizzano i call center per telefonarvi a tutte le ore e proporvi qualunque prodotto commerciale.

Contro il telemarketing molesto, sarà attivato il numero verde anti-spam e il Registro delle Opposizioni. Se non vorrete essere molestati dal telemarketing, potrete iscrivervi al Registro via e-mail, oppure telefonando a un numero verde o tramite raccomandata. Una volta che sarete inseriti nel Registro, non potrete più essere contattati a scopo pubblicitario.

Le associazioni dei consumatori non sono soddisfatte di questa soluzione,  perché avrebbero preferito un registro con i nomitativi di utenti a cui fosse permesso chiamare e il divieto di contattare tutti gli altri.

Per ora il numero e l'indirizzo sono ancora da definire, comprese le modalità di funzionamento che dovranno essere stabilite con apposito DPR, da emanarsi entro il 25 maggio 2010.

Maggiori info su Aduc.it  art.1 e art.2

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28 marzo 2010

Gmail vi avvisa se altri accedono alla vostra web-mail

Questa settimana appena passata, il Team di Gmail ha fornito un nuovo aiuto per scoprire se il nostro account di web-mail (fornito da Google) ha subito accessi sospetti.

A dire il vero vi è già una funzione che svolge questo compito da un paio di anni, una piccola scritta al fondo della pagina avvisa l'utente se vi sono sessioni aperte su un computer remoto e permette di vedere se qualcun altro si connetteva alla propria casella di posta.

Vecchia notifica
Dettagli dell'attività dell'account
Ora è stato aggiunto un miglioramento alla funzione che avviserà l'utente, nel caso fossero individuati accessi anomali che potrebbero non essere effettuati da parte dell'utente che utilizza normalmente il servizio.

Avviso accesso sospetto
In questo caso apparirebbe un banner in alto vicino alla casella di ricerca.

In caso ci si accorgesse che il nostro account ha subito un accesso non autorizzato è opportuno cambiare immediatamente la password di accesso, Il Team oltre a questo suggerimento precisa che questa è solo una notifica che vi avvisa di attività sospette, ma che non sostituiscono i sistemi di sicurezza che è sempre opportuno attivare sui computer.

Ulteriori approfondimenti li trovate sul blog di sicurezza Google.

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19 febbraio 2010

Google Buzz separato da Gmail

A seguito varie lamentele, rivolte al nuovo prodotto denominato Google Buzz, il team di Mountain View ha apportato alcune modifiche e aggiunto una pagina dedicata alle impostazioni del neonato "Social Network".

Non essendo passato per il consueto percorso, dove solitamente il prodotto prima viene rilasciato in Beta, per accertare eventuali problemi di funzionalità e test sull'utenza, sono sorti subito problemi con la privacy, in quanto per rendere più agevole la configurazione del prodotto, Google aveva fatto in modo che il processo fosse automatico, facendo si che l'account fosse già impostato per seguire alcune persone.

Purtroppo molti utenti non hanno gradito il fatto che l'elenco delle persone che seguivano venisse reso pubblico immediatamente.

Ora la funzione Auto-following è stata resa più visibile ed è possibile scegliere se mostrare o non mostrare gli amici o le persone e se permettere di seguire il personale profilo pubblico.

Nella scheda Buzz delle impostazioni di Gmail potrete nascondere Google Buzz da Gmail o disattivarlo completamente. Inoltre, nella pagina iniziale sarà presente un collegamento a queste impostazioni per fornirvi la possibilità di disattivare da subito Google Buzz.

 
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15 febbraio 2010

Google Buzz risolve il problema della privacy

Poco dopo che Google Buzz ha fatto la sua apparizione, sono sorti alcuni problemi inerenti alla gestione della privacy.

Essendo il programma inserito all'interno della casella di posta ed interagendo con i contatti personali, questi ultimi diventavano automaticamente dei followered entrando a far parte dei contatti predefiniti. Senza un immediato intervento da parte dell'utente, i propri dati personali come nome ed e-mail dei contatti erano visibili a tutti i nuovi e vecchi amici. Il team di Google si è subito messo all’opera per adeguarsi alle richieste dei suoi utenti, apportando alcuni miglioramenti immediati, ecco i suggerimenti  direttamente dal Blog di Google:

Quando pubblicate o create un commento in Google Buzz per la prima volta, vi verrà richiesto di creare un profilo pubblico limitato (i dati obbligatori sono nome e cognome). Questo profilo serve per visualizzare il vostro nome accanto ai post e per consentire agli utenti che seguono i vostri aggiornamenti di conoscere la vostra identità. Durante questa operazione, vi verrà notificato che l'elenco delle persone che seguite e quello delle persone che vi seguono verrà visualizzato sul profilo pubblico. Potrete visualizzare, modificare e persino nascondere tali elenchi. Questi elenchi non vengono resi pubblici sul profilo personale fino a quando la procedura di creazione del profilo non viene completata.

A prescindere da questo, alcuni utenti ci hanno segnalato che la casella di controllo per non visualizzare queste informazioni era difficile da individuare. Sulla base di questo feedback, abbiamo deciso di rendere l'impostazione di questa opzione più chiara. Le seguenti modifiche verranno implementate in tutti gli account Gmail nel corso della giornata.

1. Opzione più visibile per annullare la condivisione degli elenchi sul profilo pubblico

Se non volete condividere gli elenchi delle persone che seguite e di quelle che vi seguono, potete disattivare l'opzione durante l'impostazione del profilo al primo utilizzo di Google Buzz o in qualsiasi momento nella pagina di modifica del profilo. Abbiamo reso questa opzione più visibile all'interno della procedura di impostazione dell'account, per fare in modo che chiunque lo desideri possa nascondere gli elenchi in modo semplice.


2. Possibilità di bloccare chiunque inizia a seguire i vostri aggiornamenti

Grazie al collegamento "Blocca" all'interno dell'elenco delle persone che seguono i vostri aggiornamenti, ora è più facile bloccare qualsiasi utente. Prima, dovevate attendere la creazione del profilo pubblico per bloccare gli utenti che vi seguivano. Ora, potete bloccare chiunque indipendentemente dal profilo pubblico.


3. Maggiore trasparenza rispetto a quali utenti, tra quelli che vi seguono e quelli che seguite, vengono visualizzati nel profilo pubblico

All'inizio, veniva visualizzato un elenco di tutti gli utenti che avrebbero seguito i vostri aggiornamenti dopo la creazione di un profilo pubblico. Tuttavia, l'elenco delle persone che vi seguono riportava solo i contatti che avevano già creato un profilo pubblico. Ora, gli utenti che dispongono già di un profilo pubblico e che pertanto verranno visualizzati nell'elenco delle persone che vi seguono sono perfettamente individuabili. Questa modifica vi permette di stabilire quali contatti sono presenti in questo elenco pubblico visualizzabile da tutti.

Abbiamo progettato Google Buzz per facilitare la comunicazione con gli altri utenti e la conversazione sugli argomenti che più vi interessano: vedere che questo obiettivo è già una realtà è fantastico. Tuttavia, siamo ancora nella fase iniziale e numerosi miglioramenti verranno introdotti a breve. Siamo impazienti di ricevere altri suggerimenti e continueremo a migliorare l'esperienza utente di Google Buzz per una maggiore trasparenza e ulteriore controllo. Per ulteriori informazioni sulle diverse opzioni disponibili per l'utilizzo di Google Buzz, consultate il nostro Centro assistenza.

Non è da escludere che Buzz, verrà separato da Gmail, per offrire agli utenti di quest’ultima la possibilità di tenerlo separato dalle proprie attività e a chi non dispone di una casella di posta Google di poter ugualmente usufruire del servizio Google Buzz.

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8 febbraio 2010

Privacy quanto sa di te Internet?

Negli ultimi anni si parla molto di privacy, ma non tutti sanno che alcuni comportamenti posso ledere la propria stessa privacy.

Come dicevo si parla molto di privacy, e quest'ultima copre tantissime situazioni. Dalla distanza di sicurezza, adottata da quasi tutti gli uffici pubblici, di quando si fa una coda per usufruire di un servizio ad uno sportello, a quando andiamo a prenotare delle visite mediche specialistiche in ospedale o presso altre strutture. O ancora quando si cerca di sbirciare la posta elettronica del collega di lavoro o i messaggi sul cellulare dei compagni di vita.

Io per esempio non sopporto che al mio vicino venga il collo a giraffa tutte le volte che passa davanti alla mia finestra per sbirciare all'interno di casa mia (ho scoperto ascoltando un programma radiofonico che è un brutto vizio che appassiona moltissime persone). Strano a me non mi frega assolutamente niente di cosa vi è in casa altrui. Comunque anche qui si tratta di privacy.

Vi è anche la privacy su Internet e qui il discorso si fa più complesso, e con questo post rispondo anche ad una domanda postami tempo fa da una mia lettrice, che mi chiedeva se era sicuro pubblicare le foto, di una squadra di calcetto, di alcuni bimbi su richiesta dei genitori.  Noi tutti navigando su vari siti e Social Network, lasciamo delle nostre informazioni private. A volte necessarie per potersi registrare a determinati servizi o anche solo per accedere a dei forum.

Innanzitutto si deve porre molta attenzione a chi stiamo dando le nostre credenziali, verificare che il sito a cui le affidiamo sia serio e non camuffato (phishing) per non rischiare di trovarci, tanto per iniziare, sommersi di spam nella casella di posta elettronica, solo per aver lasciato in mano poco sicure il nostro indirizzo e-mail, o peggio ancora aver consegnato direttamente a dei criminali il nostro numero di conto corrente. Non sorridete perchè succede e non credo sia per niente piacevole. Magari si è pensato di comprare da un sito affidabile e si è dato il numero di carta di credito. Oggi le tecniche dei cybercriminali sono molto sofisticate e può caderci chiunque.

Poi vi sono i Social Network, dove oramai quasi tutti hanno creato un profilo e condividono pensieri, immagini, musica, foto, racconti etc ...

Proprio in questi giorni il Capo del Compartimento della Polizia delle Telecomunicazioni di Roma, Andrea Rossi, avvisa i genitori di usare molta cautela nel pubblicare su Facebook le foto dei loro figli, soprattutto quando le immagine sono accessibili a tutti e quindi può essere utilizzata da chiunque, senza alcun controllo. L'uso di immagini di figli minori da parte di un genitore su Facebook è perfettamente lecito ma sconsigliabile: chi realizza pedo-pornografia ritiene più che appetibili immagini di questo tipo, vengono infatti magari utilizzate come introduzione per passare poi a quelle più gravi. La limitazione della condivisione delle immagini ai soggetti con i quali vi è scambio di amicizia non offre completa garanzia, soprattutto quando gli amici di Facebook sono molti.

Anche usare una chat può essere pericoloso, in particolar modo dai giovanissimi che possono cadere nella tentazione, durante le conversazioni virtuali (chat) di fornire ad ignoti utenti i propri dati personali. Non possiamo esser sicuri di chi c'é dall'altra parte della tastiera e quei dati iniziali potrebbero essere usati come punto di partenza per scoprire le nostre password e da li ad aver molte più informazioni.

Ricordarsi di mantenere segrete le nostre password e non lasciarle sul telefonino, visto che potrebbe essere rubato e da li risalire ai nostri dati importanti potrebbe diventare un gioco da ragazzi.

Potreste scoprire che il mondo Internet sa molto di più di quanto immaginiate su di voi:

123people é un motore di ricerca per persone che esplora ogni angolo del Web per aiutarvi a trovare informazioni su chiunque.

Che si tratti di celebrità, amici o persone interessanti che desideri incontrare, Intelius People Search li trova.

Google Earth: Un paio di clic sono sufficienti per trovare la foto satellitare della casa di una persona.

Spokeo ricerca automatizzata in oltre 40 social network.

A differenza dei normali motori di ricerca, Pipl è stato progettato per recuperare informazioni anche dal web profondo.

Un po' di mistero nella vostra vita virtuale potrebbe proteggervi molto di più di quanto immaginiate.

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24 luglio 2009

Le vostre foto su Facebook potrebbero essere usate per la pubblicità

Su Facebook, si è già parlato molto e pure sulla privacy degli utenti che lo utilizzano, ora il noto social network mette in difficoltà chi usufruisce del servizio utilizzando le foto pubblicate nei profili ad uso pubblicità.

In pratica delle applicazioni potrebbero utilizzare le vostre foto ed essere utilizzate dal sistema facendole apparire nella lista amici con la pubblicità di prodotti senza nessun apparente criterio selettivo per il tipo di inserzioni.

L’obiettivo e far si che grazie ad un viso noto l’attenzione di chi sta utilizzando il sito sia invogliato a cliccare sul banner.

Viene precisato che non è direttamente Facebook ad utilizzare le foto degli utenti all’interno di spazi pubblicitari, ma delle applicazioni che utilizzano le foto degli utenti per creare dinamicamente dei banner.

Tutto ciò legalmente, in quanto con l'iscrizione si accettano le condizioni d’uso che prevedono che Facebook sfrutti le vostre foto.

C'è comunque la soluzione, se non l'avete già fatto quando avete compilato tutte le varie richieste, basta modificare le proprie impostazioni cliccando su privacy, gestisci, cliccare su Notizie e Bacheca, cliccare su Inserzioni di Facebook, ed impostare a "Nessuno" nella casella Presenza nelle Inserzioni di Facebook.

Altre info sul sito Mashable.

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7 luglio 2009

Vuoi lavorare? Dacci le tutte le tue password

Il controverso argomento delle password, oggi ha una nuova sfaccettatura, non è in discussione la complessità della scelta di questo elenco di lettere e numeri che ci permettono di accedere a file, cartelle, account di posta o siti internet, ma la richiesta un po' arbitraria come dato fondamentale per ottenere un lavoro.

Sempre più oggi le password diventano fondamentali per accedere a moltissimi servizi, e non solo a file di poca importanza sul proprio computer, ma anche a conti online di banche, su siti di operazioni azionarie o a siti di aste, Social Network, chat e via dicendo.

Ma cosa succederebbe se per avere un lavoro vi venisse richiesto di consegnare tutte le vostre password che vi permettono di accedere ai moltissimi siti che si trovano in rete?

È ciò che è successo in Montana, per diventare impiegato comunale è necessario compilare un modulo nel quale viene richiesto di elencare tutti i siti personali e dedicati al business utilizzati al momento, le pagine web o l'appartenenza a chat, club o forum su Internet che includono:


Facebook, Google, Yahoo, YouTube.com, MySpace, etc.

Dopo la denuncia di un cittadino anonimo che voleva candidarsi per il posto di lavoro presso il Comune, il responsabile Chris A. Kukulski, in un comunicato stampa (in fondo e in inglese), ha dichiarato che non sarà più necessario inserire i dati personali affermando che è stato un eccesso dettato dall'intento di garantire persone oneste e corrette per alcuni ruoli nell’amministrazione pubblica.
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4 luglio 2009

Le nuove impostazioni di privacy da Facebook

Facebook ha annunciato che nelle prossime settimane verranno modificate le impostazioni per la privacy del social network.

Lo scopo, oltre che migliorare la web privacy è di rinnovare e semplificare l’insieme di opzioni che consentono all’utente di impostare il livello di internet privacy più adatto.

Sarà possibile scegliere un livello tra cinque di visualizzazione:

- Tutti (Everyone) che permette di condividere con chiunque, dentro e fuori Facebook;
- Amici e reti (Friends and Networks) per condividere con tutti gli amici nella vostra lista e con quelli della vostra stessa scuola o che sono colleghi di lavoro o con i vostri interessi;
- Amici degli amici (Friends of friends) rendendo possibile a tutti gli amici dei vostri amici la possibilità di leggere il vostro profilo;
- Solo amici (only Friends e Custom) per poter scegliere manualmente chi si desidera far accedere al proprio profilo e chi no.

È opportuno settare correttamente gli accessi al nostro profilo, per essere sicuri che la nostra privacy online, sia protetta.

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24 giugno 2009

Privacy a rischio, Indirizzi utenti on-line per errore

La nostra privacy è sicuramente molto importante, e facciamo di tutto per proteggerla, il problema nasce quando i nostri dati sono gestiti da altri, società, banche, istituti, attività commerciali e via dicendo.

A marzo per errore sono finiti in bella vista 22mila numeri di carte di credito e ad aprile sono state 19mila.

Questa volta on-line sono finiti gli indirizzi ed il tracciato dei pacchi gestiti da una nota società di spedizioni, è accaduto in Inghilterra, che a causa di un aggiornamento non andato bene, sono finiti su internet i dati di migliaia di clienti.

La società tramite un loro portavoce si è immediatamente scusata dicendo "Abbiamo subito risolto il problema è stata una faccenda di una trentina di minuti. È stata tutta colpa di un aggiornamento, abbiamo fatto un intervento tecnico sul sistema dei computer e c'è stato qualche problema".

Il guaio è che però come sempre questi errori hanno ripercussioni anche dopo che la situazione si è ripristinata, perchè su Internet nulla si cancella e resta nella cache dei motori.

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24 maggio 2009

La guida per proteggere la nostra privacy

Mai come oggi si sente tanto parlare della privacy, ma non sempre è chiaro cosa si rischia se non si proteggono accuratamente i propri dati personali.

A causa di un uso poco coscienzioso dei vari Social Network come Facebook o MySpace, l'utente ha l'impressione (sbagliata) di uno spazio personale, di una piccola comunità, quando, invece, si tratta di un falso senso di intimità, che può spingere gli utenti a esporre,  la propria vita privata, a rivelare informazioni strettamente confidenziali, provocando "effetti collaterali", anche a distanza di tempo, che quindi non devono essere sottovalutati.

Il Garante della Privacy ha deciso di elaborare un volumetto di 24 pagine in .PDF, per spiegare e proporre semplici consigli per imparare a tutelare la riservatezza dei dati personali sui social network e non solo su quelli.

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9 maggio 2009

Trovati dati di test lancio missili su Hard disk

Quando si decide di vendere o anche buttare il proprio computer, è d'obbligo cancellare tutto, in modo che i nostri dati memorizzati in memoria non finiscano in mano altrui.

Questi procedimenti andrebbero fatti sui pc, telefonini, ma anche cd rom o DVD. Sui nostri computer potrebbero restare nomi, indirizzi mail, rubriche telefoniche, filmati, numero di conto bancario, foto, dati personali in generale, ma anche di tipo sensibile come quelli sanitari e chissà quant'altro.

Sempre più spesso si viene a conoscenza di casi in cui si segnala il ritrovamento di dati personali all’interno di apparecchi elettronici, da un analisi di 300 hard disk usati, venduti online e a fiere dell’usato è stato riscontrato che ben il 34% conteneva dati riservati facilmente recuperabili.

La ricerca è stata condotta da British Telecom e l’Università di Glamorgan in Gran Bretagna, USA, Germania, Francia e Australia, che ha utilizzato applicazioni standard per verificare la presenza di dati.

E qui arriva il bello, perchè non solo noi semplici utenti rischiamo di essere sbadati e lasciare in balia di chicchessia i nostri dati, ma  anche persone che si dovrebbero occupare della sicurezza di intere nazioni.

Da questo studio sono emerse informazioni inquietanti, sono stati infatti ritrovati i dati di una trattativa di una transazione da 50 miliardi di dollari, e  i dettagli del test e delle procedure di lancio per missili THAAD (Terminal High Altitude Area Defence), un sistema missilistico testato nel marzo scorso dopo i lanci sperimentali della Corea del Nord.

Sempre nello stesso disco sono state trovate le planimetrie delle strutture dove questi missili sono stati progettati, e informazioni personali sui dipendenti.

È obbligatorio cancellare i dati sulle nostre apparecchiature elettriche ed elettroniche come da provvedimento del Garante sulla Privacy intitolato (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e misure di sicurezza dei dati personali) (Gazzetta Ufficiale n. 287 del 9 dicembre 2008).

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21 aprile 2009

Telefonate indesiderate, ecco il numero verde per reclamare

Non solo le nostre caselle di posta elettronica o le cassette di posta cartacea vengono sottoposte continuamente allo spam (posta indesiderata), ma anche il nostro numero di telefono. Chi non ha ricevuto qualche telefonata inopportuna da qualche operatore commerciale che tentava di vendervi un materasso, o una nuova connessione telefonica con un'altro operatore telefonico dal vostro abituale, o magari qualche prodotto vinicolo.

Alcuni di questi operatori alle volte sono pure aggressivi oltre che maleducati. Io ho risolto, oltre ad aver tolto il numero fisso dall'elenco telefonico (nonostante avessi dichiarato di non voler ricevere telefonate commerciali o sondaggi e quant'altro vi posso passare per la testa), minacciando di comunicare la loro telefonata al garante, pochi secondi e mettevano giù la cornetta.

Il problema è che sporadicamente ricevo ancora qualche telefonata. Ora però è possibile reclamare queste chiamate indesiderate al numero verde attivato dalla Telecom il 19 aprile. Telecom Italia, infatti, si è adeguata a quanto stabilito da una norma dell’Authority per le comunicazioni.

Il numero verde è 800.732.999, ma sono stati messi a disposizione anche due numeri di fax 803.308.386 - 803.308.388, e i due siti web 187.it e 191.it.; questi numeri verdi permetteranno agli abbonati, sia residenziali che business, di segnalare le telefonate non gradite che riceveranno.

I clienti che segnaleranno tali tipologie di contatto saranno invitati a fornire informazioni sulla data e l'ora della conversazione telefonica nonché il gestore telefonico (o eventualmente il suo agente incaricato, in assenza dell'informazione sul gestore) che ha effettuato la chiamata.

Accanto al numero verde ed al fax gratuiti, sono stati affiancati anche dei moduli fruibili online (area "Info consumatori" dei siti web 187.it e 191.it).

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17 marzo 2009

Facebook un problema con la privacy delle foto

Non c'è pace per gli utenti di Facebook, un nuovo problema affligge il famoso Network.


Questa volta il problema nasce da bug, segnalato e non ancora risolto, che permetterebbe di accedere ai contenuti degli album di foto di qualsiasi utente.

La falla è stata segnalata da Security Ninja, ma come dicevo non è ancora stata risolta. Anche se non è una falla grave, si tratta pur sempre di privacy che potrebbe essere violata, in quanto io posso anche aver pubblicato una foto, ma condiviso con pochissime persone.

Maggiori informazioni Security Ninja.

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4 dicembre 2008

Sconfiggere la censura con il G.N.I.

La censura è un gravissimo problema e colpisce moltissime nazioni; noi italiani, non siamo immuni dalla censura. Al di là del fatto che possa esserci, in alcuni casi, uno scopo non negativo, la censura è sempre fastidiosa.

Ora pare che tre grandi marchi: Microsoft, Google e Yahoo!, vogliano aderire a un'organizzazione per proteggere i diritti civili e la privacy, anche se non è ancora stato stabilito nessun piano d'azione, queste tre società, criticate per le loro politiche economiche portate avanti senza preoccuparsi dei diritti umani, pare abbiano cambiato idea unendosi con altre organizzazioni a questa rete.

Tutti insieme hanno dato vita al Global Network Initiative, il cui obbiettivo è difendere la privacy degli utenti che operano nel settore del ICT in paesi dove questa non è garantita.

Unire le forze e redigere un protocollo comune di comportamento che, a parità di condizioni concorrenziali, permetta di muoversi con maggior disinvoltura verso Oriente, sapendo di poter anche far opposizione al regime cinese nel nome del rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

Sembra che altre società come Vodafone e France Télécom, pensino di unirsi in questa rete.

Speriamo che al di là di motivazioni economiche questa iniziativa possa davvero ridurre al minimo le restrizioni governative sull'espressione dei singoli attraverso la rete, e non solo in Cina.

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10 novembre 2008

Un motore di ricerca mette a rischio la vostra privacy

Qualche giorno fa vi avevo segnalato la possibilità di trovare altre persone tramite il servizio di Google Profile Search. Oggi invece vi segnalo un motore di ricerca che non solo vi farà trovare persone ma anche qualunque tipo di informazioni legate ad esse.

Il motore di ricerca si chiama 123people, e si possono trovare molte informazioni personali di persone che navigando in rete lasciano traccia senza nemmeno saperlo, per esempio il numero di telefono, il blog, foto, l'e-mail, i video, i riferimenti su Amazon, notizie e social network e molto altro.

La cosa più preoccupante è che oltre alla poca privacy, se qualcuno vuole aggiungere indirizzi o numeri di telefono senza chiederci il permesso, lo può fare con un clic.

Nelle note il motore sostiene di aver semplicemente raccolto dati fruibili dalla rete, che però un utente normale farebbe magari un po più fatica a reperire, ma soprattutto non potrebbe aggiungere altre informazioni.

La cosa bella è che al fondo appaio due link:


peccato che dovete pagare.


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25 ottobre 2008

Il cellulare lo compri solo se presenti il passaporto

Qualche giorno fa avevo letto un Ansa che riguardava i cellulari ed i Talebani, quest'ultimi infatti, vogliono vietare l'uso dei cellulari anche di giorno, quindi probabilmente di notte sono già vietati.

Al di là del discorso politico di cui non voglio parlare e non è mia intenzione neppure parlare dei talebani e delle loro imposizioni ad ognuna delle libertà dell'individuo; leggo oggi che nel Regno Unito, vogliono imporre una Legge a titolo di sicurezza nazionale inerente all'acquisto dei telefonini, forse anche qui si cerca di togliere una libertà.

La proposta promossa dal GCHQ (Government Communications Head Quarters) coinvolgerà ogni individuo che deciderà di acquistare un telefonino nel Regno Unito, perché verrà richiesto di registrare la propria identità che verrà custodita nell'archivio di stato.

In pratica si dovrà presentare il proprio passaporto o un qualsiasi altro documento di identità valido quando si deciderà di acquistare un telefonino o una sim card. Ciò permetterà di identificare e registrare ogni persona che possiederà un cellulare direttamente dal punto vendita. Forse stanno pure pensando di registrare anche i cellulari già circolanti nel Regno Unito.

La causa di questa nuova regolamentazione deriverebbe dai telefonini no lock per SIM prepagate, dal costo contenuto che verrebbero usati, oltre che dai comuni mortali, anche da personaggi con losche intenzioni e criminali di ogni genere, difficili da rintracciare e da intercettare.

Io penso che con la scusa del terrorismo vi sia stata un eccessiva invadenza della privacy altrui, e voi che idee avete sull'argomento?

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20 ottobre 2008

Vivere senza iscriversi a Facebook

Leggo su moltissimi siti la popolarità di Facebook. Facebook è un social Network di grande successo diventato un vero e proprio fenomeno di massa.

Nato nel 2004 da uno studente di Harvard,Mark Zuckerberg, ma pare aiutato anche da Dustin Moskovitz e Chris Hughes, questo servizio ha lo scopo di scambiare messaggi e di conoscere nuove persone, cercare vecchi amici per nome e cognome, scambiare foto.

Il servizio permette anche di poter installare sul proprio profilo delle applications, ossia programmi interni a Facebook che permettono di giocare on line, telefonare con Skype, trovare amici incontrati in viaggio, quiz, test e molto altro.

Il successo di questo servizio, molto probabilmente dovuto alla semplicità di utilizzo, ma anche perché non viene messa in evidenza l'identità dell'utente quanto le sue relazioni, ha persino portato a vari raduni in tutta Italia, anche se quello che ha avuto più clamore dai media è avvenuto a Roma.

Altro prodotto simile è MySpace nato un anno prima di Facebook, con lo stesso scopo di far incontrare fra loro le persone, utilizzato inizialmente da molti gruppi musicali, in seguito usato anche semplicemente per conoscere nuova gente e per creare dei blog. Anche qui il servizio permette a ciascuno di pubblicare gratuitamente una pagina web nella quale sono elencati i propri gusti in fatto di musica, film, libri, luoghi, sesso, persone e quant'altro possa servire a definire il carattere di un individuo.

Qualche tempo fa avevo ricevuto da un conoscente virtuale la richiesta di iscrivermi ad uno di questi servizi, ebbene l'ho fatto. Forse senza approfondire più di tanto su cosa effettivamente fosse. Nel giro di poco ho cancellato il mio account. Qui nascerebbe una altro argomento legato alla privacy (di cui si sta appunto occupando il Garante della privacy) e dell' impossibilità di cancellare il proprio account, argomento futuro di cui tratterò.

Comunque sarà che sono un po' misantropa, sarà che chi conosco o non conosco è una argomento per me personale, sarà che i miei amici li contatto di persona, sarà che non uso le chat e neppure Messenger, ma a me quel servizio proprio non piace.

Qual'è la vostra opinione sui Social Network? E se vi piacciono quale preferite tra Facebook e MySpace ? Ne preferite altri? Oppure siete come me sempre fuori dal coro.

Scrivete la vostre opinione.

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26 settembre 2008

The Pirate Bay è di nuovo accessibile

La vicenda risale ai primi di agosto quando il Gip del Tribunale di Bergamo ha predisposto il sequestro preventivo contro il sito THE PIRATE BAY, uno tra i più famosi siti per il peer to peer.


L'accusa è di facilitare la pirateria, eppure The Pirate Bay è un motore di ricerca specializzato nell’indicizzazione di file torrent, praticamente ne più ne meno di ciò che fa il famosissimo Google o da altri motori di ricerca, infatti il motore di ricerca svedese altro non fa che elencare i file .torrent sparsi per il web, proprio ciò che fanno Yahoo, Google, MSN, Virgilio o altri motori di ricerca.

Questa ci riporta a tutte quelle notizie che parlano della censura cinese come se fosse lontanissima e invece noi che crediamo di essere tanto liberi ecco che questa volta è toccato a noi (qui sulla presunta libertà che abbiamo ci sarebbe da parlare a lungo ma andremmo fuori tema) e non bisogna dimenticare che purtroppo la censura riguarda anche Turchia (più vicina a noi), India, Pakistan e tantissimi altri paesi.

Vengono vietati ed oscurati siti di scrittori, pittori, blogger e via dicendo. Nella vicenda The Pirate Bay vi è stato inoltre un grave fatto legato alla privacy degli utenti italiani, infatti quando un utente provava a connettersi al sito veniva reindirizzato su un'altra URL riconducibile alla IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), acquisendo gli indirizzi IP dei visitatori del sito, che fossero utenti curiosi o utilizzatori del sito, senza contare chi comunque lo utilizzava per file legali non coperti da copyright. Io non sono dell'idea che per arrivare allo scopo si debba falciare tutto.   

Su quest'ultimo punto è intervenuta pure l'Associazione Altroconsumo  presentando reclamo al garante privacy contro industria discografica, per il trattamento illecito dati personali

Nonostante ciò la famosa in questi giorni ha festeggiato i 15 milioni di utenti.

Pirate Bay nella veste di Peter Sunde uno degli amministratori del sito ha fatto ricorso al Tribunale di Bergamo grazie a Matteo Flora, esperto informatico e due avvocati Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi.

I motivi per questo dissequestro non sono ancora noti, speriamo di avere aggiornamenti al più presto.
 
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