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27 maggio 2009

ThePirateBay altro giudice compromesso

Il processo che ha portato alla condanna i quattro titolari del portale ThePirateBay, sta prendendo davvero una piega strana.

Come vi avevo già segnalato, gli autori dl sito non si erano dati per vinti,  presentando ricorso al processo a cui sono stati sottoposti, perchè il giudice Tomas Norström essendo legato ad un gruppo per la difesa del copyright, ha creato un conflitto di interessi.

Ora è sorto un nuovo problema, la stampa svedese ha scoperto che il giudice Ulrika Ihrfelt, assegnata ad investigare sul coinvolgimento del giudice Tomas Norström, è legata allo stesso gruppo.

Ovviamente è stata subito rimossa dall'incarico, ma la stampa stessa ha commentato l'accaduto con toni accesi, anche perchè suona strano che non si sia riusciti a trovare un giudice non di parte.

Comunque è stato nominato un nuovo giudice dal Presidente della Corte, Fredrik Wersäll, il giudice Anders Eka.

Non ci crederete, un giornale svedese ha rivelato una connessione tra Eka e lo Stockholm Centre for Commercial Law.

Si riuscirà a trovare un giudice che non faccia parte di qualche gruppo legato alle Major?

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26 maggio 2009

P2P anche in Italia si chiedono provvedimenti

La lotta al P2P inizia in Italia, ma non è finita in Francia.

Anche in Italia la lotta al P2P si fa agguerrita, la  Fapav (Federazione anti-pirateria audiovisiva italiana), ha intimato che la Telecom (come se fosse l'unico operatore in Italia, anche se il maggiore), di fornire i dati dei suoi utenti in modo da permettere di identificare ed in seguito adottare gli interventi di sua competenza" nei confronti di quanti scaricano illegalmente dalla rete contenuti audiovisivi protetti da copyright.

La stessa la Fapav, minaccia che se il perdurare di tali azioni illegali dovesse continuare, procederà alla richiesta di risarcimento per gli ingenti danni subiti.

Secondo l'ultimo studio condotto da Fapav e Ipsos, "nel 2008 il fatturato perso a causa della pirateria è stato pari a circa 530 milioni di euro e, in termini di impiego, sono a rischio oltre 250mila posti di lavoro nel settore audiovisivo, e nel settore home video è  stimata una perdita di 40 milioni di euro di investimenti, ben 500 video-noleggi hanno cessato la loro attività' nel solo 2008 e si è registrata una perdita del fatturato del 50% del settore del video-noleggio negli ultimi tre anni".

Ma non ci sarà come causa anche la crisi, mi chiedo io!!

Comunque la Telecom da parte sua replica di aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa vigente.

Come recentemente ribadito anche dalla Corte di Giustizia delle Comunità europee (sentenza 29 gennaio 2008, pronunciata nella causa C-275/06), il diritto comunitario consente agli Stati membri di circoscrivere all'ambito delle indagini penali o della tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale il dovere di conservare e mettere a disposizione i dati sulle connessioni e il traffico generati dalle comunicazioni effettuate durante la prestazione di un servizio della società dell'informazione, escludendo la possibilità che tali dati possano essere messi a disposizione per controversie civili relative ai diritti di proprietà' intellettuale".

Ma non solo in Italia nascono controversie, anche l'attuale "legge HADOPI", in Francia è sotto esame, perché alcuni membri del gruppo parlamentare socialista hanno sollevato dubbi di incostituzionalità presentando il caso innanzi al "Conseil Constitutionnel" con undici punti di conflitto con le disposizioni fissate dalla Costituzione Francese.

Se il "Conseil Constitutionnel" dovesse dare un parere negativo rispetto alle eccezioni sollevate, la "United Press International" da notizia che il parlamentare europeo Guy Bono sottoporrà la questione alla corte di giustizia europea.

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14 maggio 2009

La Francia approva la Legge anti P2P e ThePirateBay si vendica

È stata approvata la Legge anti-pirateria in Francia soprannominata dei tre schiaffi.

La legge approvata ieri dal Parlamento francese e stata confermata oggi in Senato, si chiama Hadopi (Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet). Una autorità indipendente che una volta individuato un utente che scarica illegalmente materiale protetto dal copyright, riceverà tre avvisi:  
  • la prima sarà una comunicazione via mail, che avvisa l'utente che è stato individuato a commettere atto di pirateria e quindi lo si invita a cessarlo;
  • dopodiché verrà inviata una raccomandata che ripeterà a grande linee il contenuto dell'e-mail;
  • ed infine la disconnessione dalla rete internet per un anno con il pagamento del canone per tutto il periodo anche se non si usa la connessione.

Vi è anche una amministrativa che sarà stabilita da una nuova autorithy per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti di Internet.

Una Legge che fa discutere anche a causa della violazione della privacy (per verificare una violazione è necessario che qualcuno controlli le connessioni private degli utenti) e non per ultimo si dovrebbe tenere in considerazione che internet è ritenuto un canale della libertà di espressione, la disconnessione toccherebbe anche i diritti del cittadino.

Ma c'è ancora un problemino che arriva da Bruxelles, il Parlamento europeo ha indicato, con un emendamento approvato il 6 maggio scorso, che il taglio della connessione può avvenire solo con una decisione della magistratura.

E ThePirateBay cosa fa? Non sta con le mani in mano, oltre a presentare ricorso, hanno deciso di intasare il conto corrente di Peter Danowsky, uno degli avvocati delle major.

Per farlo hanno usato il sito chiamato internet-avgift (parcella-Internet), che invita a donare 1 corona svedese allo studio legale Danowsky, rappresentante delle case discografiche, questa vendetta è stato soprannominato attacco DDo$.

Così facendo, si creerebbe molto caos a causa delle regole bancarie che una volta raggiunti i 1000  micro pagamenti elettronici, vengono fatti pagare i costi della transazione, in pratica il doppio del ricevuto (2 corone svedesi), obbligando Danowsky al rimborso delle donazioni non annotate nei libri contabili e ad un maggior esborso per lo studio ad ogni pagamento.

Maggiori info su questo sito.

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12 maggio 2009

Cala la pirateria ma aumentano danni al settore informatico

La pirateria di software in Italia è diminuita rispetto all'anno scorso, ma l'analisi è un po' più complessa perchè sono aumentate le perdite per il settore informatico italiano.

Da un indagine svolta dalla IDC per conto della BSA (Business Software Alliance), riporta i risultati nel rapporto: Global Software Piracy Study, ne emerge che in Italia nel 2008 la pirateria sul software per Pc è diminuita dell'1% rispetto all'anno precedente.

Anche nella metà dei 110 Paesi oggetto dello studio la percentuale di pirateria ha registrato una riduzione, mentre soltanto nel 15% dei casi si è verificato un incremento. In Italia le perdite causate al settore informatico dalla pirateria software nel 2008 sono cresciute del 7%, passando dai 1.277 milioni di euro dello scorso anno ai 1.361 stimati per il 2008.

Dal 2003 ad oggi, infatti, il tasso di pirateria del software nel nostro Paese ha raggiunto l’inquietante picco del 53%, per poi finalmente iniziare una parabola discendente che l’ha portato al 48% stimato per l’anno solare 2008. E il fenomeno ha effetti negativi che si estendono ben al di là del fatturato del settore.

Un altro studio, sempre realizzato da IDC e rilasciato nel febbraio 2008, indicava infatti come una riduzione della pirateria software del 10% in 4 anni potrebbe generare oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700 milioni di euro di entrate per l’Erario e più di 2 miliardi di euro di ulteriore volume d’affari per il settore IT.

I risultati emersi dallo studio

  •  Nell’Europa Occidentale, i Paesi caratterizzati dai livelli più elevati di pirateria software sono stati la Grecia con il 57%, Cipro (50%) e, dopo l’Italia, l’Islanda con il 46%.  Tra i Paesi con i livelli di pirateria più bassi si sono segnalati invece il Lussemburgo (21%), l’Austria (24%), e Belgio, Svezia e Svizzera (tutti sul 25%). La Russia è infine il Paese che ha compiuto i maggiori progressi con una riduzione di 5 punti percentuali in un anno, attestandosi al 68%, e di ben 19 punti in sei anni.
  • Nei 110 Paesi oggetto dello studio la pirateria relativa al software per PC è diminuita in 57 casi, è rimasta invariata in 36 nazioni ed è aumentata soltanto in 16 Paesi. Poiché il mercato globale dei PC cresce a velocità notevolmente superiore nei Paesi caratterizzati da percentuali elevate di pirateria, il livello complessivo della pirateria software è aumentato globalmente di tre punti percentuali toccando il 41% nel 2008.
  • Le economie emergenti assommano infatti complessivamente al 45% del mercato globale dell'hardware per PC, ma a ciò corrisponde meno del 20% del mercato complessivo del relativo software. Se in questi Paesi il mercato del software raggiungesse il medesimo livello del mercato dell'hardware, la crescita assommerebbe a 40 miliardi di dollari all'anno. Con la riduzione di un solo punto percentuale della pirateria globale in un anno, inoltre, il settore IT beneficerebbe di un'ulteriore crescita pari a 20 miliardi di dollari.
  • La diffusione dell'accesso ad Internet alimenterà purtroppo anche il mercato del software pirata. Nei prossimi 5 anni 460 milioni di persone nei Paesi emergenti disporranno di accesso online. La crescita della pirateria sarà più consistente tra le piccole aziende e i consumatori, due aree caratterizzate generalmente da livelli più elevati rispetto alle grandi aziende e alle pubbliche amministrazioni.
Ulteriori informazioni e studio completo (in inglese) Bsa.org.

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2 maggio 2009

L'evoluzione del p2p, tra processi ISP e multe

Nonostante non sia ancora ancora detta la parola fine al processo della Baia dei Pirati, a causa di un conflitto di interessi, la lotta al p2p non ha tregua, infatti in Francia si tenta nuovamente con un disegno di Legge, tornato all’esame del Parlamento francese, portandola al vaglio delle due Camere che potrebbero vararla già entro maggio.

In Svezia invece continua il tira e molla con gli Internet Service Provider dove a causa del calo di traffico sulla rete, cresce la preoccupazione per uno stallo nella crescita e nella richiesta di nuovi servizi a banda larga.

Tele 2 ha dichiarato che cancelleranno immediatamente tutti i registri del traffico, mentre gli altri ISP verranno conservati per non più di 3 settimane,; questo impedirebbe di istituire un procedimento legale, ciò rispettando le normative europee che prevede di cancellare i dati di traffico il prima possibile, per difendere la privacy dei navigatori.

In Italia? In Italia Tele 2, controllata da Vodafone, limita la banda a chi si connette al Peer to peer, senza avvertire gli utenti. Tutto ciò nonostante che l'Antitrust gli abbia appioppato una bella multa per aver applicato filtri al P2p, senza avvisare adeguatamente i clienti.

Anche Google fa la sua parte, dopo il famoso processo alla Baia dei Pirati, il paragone di Google con ThePirateBay viene subito evidenziato dal fatto che se pubblicare link a materiale protetto da diritti d’autore è considerato reato alla stregua di fornire il materiale stesso, anche i motori di ricerca dovrebbero essere perseguiti.

La risposta non si è fatta attendere, Marco Pancini, european policy counsel di Google spiega:

"La missione di Google è indicizzare e rendere disponibili tutte le informazioni presenti online, questo indipendentemente dai formati in cui questi file sono messi online. I formati dei file non sono di per sé illeciti, ma è l'uso che se ne fa che li qualifica come tali. Per fare un esempio Google è come un'autostrada sulla quali circolano molte autovetture (i contenuti); Google non può essere considerato responsabile se con una di queste automobili viene commesso un crimine e nemmeno lo è l'automobile di per sé".

Ma neppure usare il suo motore di ricerca è lecito, infatti Google non consente più di utilizzare il suo motore di ricerca sul sito di µTorrent. Moltissimi siti utilizzano il motore di ricerca Google per aumentare le proprie visite e generare delle entrate in più. Utilizzare Google per permettere agli utenti di cercare file torrent direttamente dalla home page di µTorrent, individuandoli su siti come ThePiratebay e isoHunt non è più possibile.

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24 aprile 2009

Il processo a ThePirateBay forse si dovrà rifare

Il processo potrebbe essere ripetuto a causa di un conflitto di interessi.

Uno degli avvocati della difesa degli amministratori del sito The Pirate Bay, Peter Althin, ha comunicato la richiesta di annullamento della sentenza del processo emessa il 17 di questo mese, a causa di un conflitto di interessi che vede il giudice Tomas Norström, firmatario della sentenza, iscritto a due diverse associazioni per la tutela del copyright.

Dei legami fra il giudice del processo a Pirate Bay e alcune organizzazioni internazionali, come la Swedish Copyright Association e la Swedish Association for the Protection of Industrial Property, società strettamente legate alle lobby che fomentano la guerra sulle leggi del copyright digitale, ne ha dato notizia una trasmissione della radio pubblica svedese.

Inoltre vi è la pressante richiesta da parte della IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) agli ISP di chiudere, censurare e bloccare l'accesso a siti come The Pirate Bay.

Nonostante ciò alcuni ISP non accettano di sottostare alle richieste, Jon Karlung, managing director dell'ISP Bahnhofs ribadisce "noi non censureremo i siti per i nostri clienti", perché "non è questo il nostro lavoro".

È però di questi giorni (e non è la prima volta) che uno studio norvegese riporta un risultato discordante con le richieste delle Major.

Secondo lo studio condotto dalla BI Norwegian School of Management i dati dimostrerebbero che chi effettua download di file musicali attraverso le reti P2P, sia in realtà un vorace consumatore di musica “a pagamento”. Per ogni file illegale scaricato, ciascun utente ne scaricherebbe 10 a pagamento.

Riporta inoltre oggi Ilsole24ore.com la notizia che il download illegale è molto diffuso dai computer dei luoghi di lavoro e circa il 30% del materiale piratato viene scaricato dalle postazioni delle amministrazioni pubbliche: lo ha affermato Tullio Camiglieri, membro del Comitato contro la pirateria digitale presso la presidenza del Consiglio.

Altro argomento da non sottovalutare è il problema sicurezza. argomentato da Adolphus Towns e Darrell E. Issa al Congresso degli Stati Uniti, sui pericoli degli utenti quando condividono erroneamente informazioni personali con i programmi di file sharing.

Molti utenti inesperti condividono erroneamente molte cartelle del proprio computer, rendendo pubblici i propri dati personali su Internet, senza neppure accorgersi del pericolo. Anche qui nulla di nuovo sotto il sole, già nel 2006 l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti dimostrò che cinque programmi (BearShare, eDonkey, Kazaa, LimeWire e Morpheus) erano potenzialmente dannosi per la privacy degli utenti, oltre a violare la sicurezza dei file, gli utenti condividevano dati sensibili come dichiarazioni fiscali, contabilità finanziarie e documenti privati. I due politici hanno chiesto ai produttori di programmi di file sharing di provvedere per ricolvere il problema, e chiedono anche di regolamentare le tecnologie peer-to-peer.
Ecco alcuni link di approfondimento: TorrentFreak e Cnet

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17 aprile 2009

Condanna per ThePirateBay

Il tanto atteso esito del processo contro La Baia dei Pirati è arrivato nella tarda mattinata di oggi: un anno di carcere per violazione del copyright ai quattro titolari del portale ed un risarcimento danni per 2,7 milioni di euro, a varie società come la Warner Bros, Sony Music Entertainment, Emi e la Columbia Pictures.

La richiesta era di 117 milioni di corone quantificabili in 106 milioni di euro, come risarcimento più interessi per le perdite causate dalle decine di milioni di download illegali tramite il sito.

A nulla sono servite le affermazioni di non colpevolezza ribadendo che "The Pirate Bay costituisce un semplice motore di ricerca per ottenere i link per il file sharing, ma non ospita materialmente sui propri server alcun file". Secondo i giudici i responsabili del sito invece erano a conoscenza della diffusione di materiale protetto dal diritto d'autore, e inoltre che il sito è organizzato per scopi commerciali; sono stati quindi, ritenuti responsabili.

Nonostante il duro colpo gli autori del sito ThePirateBay non si arrendono, ed in home-page appare questo commento:
«Come in tutti i migliori film, gli eroi perdono all’inizio ma riescono alla fine, comunque, ad ottenere una vittoria epica. È l’unica cosa che Hollywood ci ha insegnato»
La decisione della Corte potrebbe costituire un valido precedente giuridico per le major, anche se come già accaduto per Napster, gli utenti in poco tempo hanno trovato altre alternative.

Vedremo con il tempo l'evolversi in vari stati di questa dura ed aspra battaglia fra major e pirati.

Maggiori info su Reuters (in inglese).

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4 aprile 2009

In Svezia cala il traffico a causa di IPRED

Dal 1° aprile, in Svezia, è in vigore la nuova direttiva chiamata IPRED (Intellectual Property Rights Enforcement Directive ), che obbliga gli ISP svedesi di rivelare i dati degli utenti che utilizzano le Reti P2P per scaricare file coperti da copyright, alle Major che lo richiedono.

I risultati si sono già fatti sentire, calo del traffico Internet del 33% nel primo giorno.

Christian Engstrom, vice presidente del Pirate Party svedese ha dichiarato alla BBC che effettivamente il traffico è sceso da una media di 120Gbps a 80Gbps il giorno, ma che gli utenti setteranno gradualmente le loro connessioni in modo anonimo e il traffico riprenderà a salire.

L'ottimismo sarà dovuto al servizio IPREDator o all'anonimato VPN che è appena stato lanciato.

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6 novembre 2008

Un nuovo caso di pirateria infondato

Non è la prima volta e non sarà l'ultima che le Major toppano con denunce a vanvera.

Mi è già capitato di leggere su denunce per pirateria di materiale prelevato illegalmente dalla rete, rivolte a persone che non hanno mai scaricato nulla da Internet, oppure che sanno a malapena usare il pc. Altre volte sono state denunciate persone che non possiedono il computer o addirittura individui che non hanno una linea adsl.

Questo nuovo caso parte da Atari, e coinvolge una coppia di scozzesi.

La denuncia è legata ad un videogioco di nome "Race 07". A detta detta dei legali di Atari, l'arzilla coppietta di 54 e 60 anni, avrebbe condiviso illegalmente sui circuiti di file sharing il video gioco.

Così hanno deciso di chiedere ai pensionati un accordo di 500 dollari per danni. L'unico problema è che i Signori incriminati del fattaccio, non sanno neppure cos'è un videogioco.

Dopo il loro rifiuto a pagare quella modica cifra, hanno cominciato ad arrivate lettere minacciose da parte dei legali, così i Sig.ri Murdoch hanno deciso di dare risonanza al fatto interpellando una rivista, la Which per pubblicare un reclamo decisamente pubblico.

Pare che la Società Atari scusandosi, sostenga che vi sia stato un errore nel risalire dall’indirizzo IP al nominativo dei coniugi.

Anche perché è probabile che chi utilizza i programmi di P2P, o anche il programma stesso usato, facciano in modo di nascondere l'indirizzo IP sostituendolo con un'altro.
 
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