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12 febbraio 2011

Anche l’Italia vuole la censura Internet

Nonostante ci sia già una notevole censura in Italia, e non solo su Internet, le cose sembra stiano peggiorando. 

Ultimamente vi è stato un gran parlare di Wikileaks, ma la maggior parte delle notizie che riguardano l’Italia, devo dire che non sono state una novità, neppure quella che riguarda il tentativo di censura per bloccare contenuti Internet (Legge Romani).

Già tempo fa Stefano Rodotà, giurista e costituzionalista, sosteneva che Internet dovrebbe essere un diritto costituzionale, tanto da modificare l’articolo 21 della Costituzione Italiana.

Io sono per la libertà, la libertà di poter leggere, ascoltare o vedere qualsiasi cosa in modo da poter decidere e valutare con la mia testa, il tutto però senza ledere i diritti e libertà altrui. Sono sempre stata un po’ fuori dalle righe nella mia vita, non amo la moda e tutto ciò che mi viene più o meno imposto.  Se sento una notizia, e l’argomento mi sta a cuore, cerco di saperne di più non mi limito al primo/a che mi dice che il cielo è improvvisamente diventato verde. Lo devo vedere con i miei occhi o accertarmi che sia veramente così.

Ecco perché amo Internet, perché non si limita a 4 notiziari tutti uguali, ma hai la possibilità di approfondire, almeno un po’!!!

Ma torniamo al dunque, cosa si sta cercando di fare in Italia? Secondo un gruppo di associazioni, quali: Adiconsum, Agorà Digitale di Marco Cappato, Altroconsumo, Assonet - Confesercenti, Assoprovider - Confcommercio vi è il rischio che se entrerà in vigore la delibera 668 di dicembre 2010,  l'AGCOM avrà il potere di censurare siti web che potrebbero violare il diritto d'autore.

Il timore è che con questa motivazione, di solo sospetto, potrebbero essere censurati siti senza che sia accertata la colpevolezza da parte dell'autorità giudiziaria, ma che vengano oscurati siti per motivi differenti come per esempio siti con contenuti non graditi da qualcuno.  

È stata pubblicata una petizione per sensibilizzare l'opinione pubblica. 

Maggiori informazioni si posso trovare sul sito FULOG il Blog di Fulvio Sarzana, Avvocato che si occupa anche di Diritto dell’Informatica e delle Telecomunicazioni.

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22 aprile 2010

Google pubblica la mappa delle richieste di censura nel mondo

Come siamo messi con la censura in Italia? Male! Di norma quando sentiamo parlare di censura sul web il primo pensiero va alla Cina, poi a tanti altri Stati che erroneamente si pensa siano sempre molto lontani da noi come India, Corea, Turchia.

Invece, purtroppo i paesi che applicano la censura sul web sono moltissimi, molto più dietro l'angolo, anzi  addirittura in casa nostra.

Magari molti di voi lo sapevano già, ma ora abbiamo anche un punto di riferimento che ci permette di valutare meglio la situazione. Infatti solo a Google le richieste di censura, da parte dell'Italia sono ben 57, questo ci porta ad essere al 7°posto e al 6° per le richieste dati  con un numero di 550 (attualmente), nella classica verificabile sul Government Requests tool.


Riporto la motivazione di questa pubblicazione dal blog di Google

L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che “ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini”. Scritto nel 1948, questo principio è oggi perfettamente applicabile ad Internet – uno dei più importanti strumenti per la libertà di espressione nel mondo. Tuttavia il controllo esercitato dai Governi sulla rete sta crescendo rapidamente: dal blocco completo al filtraggio dei siti, ai provvedimenti giudiziari che limitano l’accesso ad alcune informazioni, fino alle misure legislative che obbligano le aziende a controllare i propri contenuti.

Come giustamente viene precisato sul comunicato, molte di queste richieste sono lecite in quanto riguardano richieste di rimozione di contenuti pedopornografici o richieste per svolgere inchieste giudiziarie, ma "i dati relativi a queste attività non sono stati finora resi disponibili su larga scala. Crediamo che una maggiore trasparenza porterà a ridurre i rischi di censura."

Considerato che le richieste di cui sopra, sono rivolte solo a Google, si deduce che possiamo solo avere uno ipotesi della situazione visto che non sappiamo a chi e quante altre richieste similari sono state effettuate, inoltre è pur sempre un dato approssimativo visto che le motivazioni di tali richieste possono essere legittime.

Il mio personale parere è che i dati sono comunque molto elevati e il pensiero che ci venga sempre più preclusa la libertà di sapere, conoscere, imparare, informarci e soprattuto farci una nostra personale idee delle cose non mi piace proprio! :-(

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14 gennaio 2010

Google vs Cina e Italia vs Internet

In questi giorni si fa un gran parlare di privacy, diritti degli autori, diritti sulle immagini e via dicendo.

Partiamo dall'Italia dove il Governo ha presentato e approvato a fine dicembre un decreto in cui il Garante dovrà vegliare sul rispetto del diritto d'autore in Rete. Questo decreto oltretutto è stato approvato senza alcun coinvolgimento del Parlamento, sottopone qualunque immagini sul web (dalle web tv a YouTube) alle stesse regole della TV e quindi a una preventiva autorizzazione ministeriale, con una incredibile limitazione dell'attuale modalità di funzionamento della rete".

Il provvedimento è registrato come Atto del Governo n.169 (pdf)

Articolo 21 sottolinea come "il decreto include la fornitura delle immagini via internet tra le attività che necessitano di un’ autorizzazione del Governo, poi estende la rigida disciplina del diritto d’autore ai fornitori di servizi via internet con disposizioni dagli effetti simili a quelli della controversa legge francese"

Ma in questi giorni vi è anche un'altra guerra per la libertà d'informazione e non solo, si sta svolgendo tra il colosso informatico Google e il continente cinese.

Google aveva fatto sapere, in questi giorni l'intenzione di chiudere i suoi uffici in Cina e ritirasi dal più grande mercato internet. La decisione a seguito di un attacco informatico ad alcuni gruppi per i diritti umani tramite il suo servizio di posta Gmail per mano del Cina.

"Abbiamo deciso che non accetteremo più di continuare a censurare i nostri risultati su Google.cn, e pertanto nelle prossime settimane discuteremo con il governo cinese la base sulla quale potremo operare un motore di ricerca senza filtri nei limiti di legge, se possibile", ha detto in una nota il capo dell'ufficio legale di Google, David Drummond.

Yahoo ha appoggiato e sostenuto Google, sostenendo che gli attacchi alle reti dell'azienda sono negativi e nocivi ed è necessario contrastare opponendosi alla violazione della privacy degli utenti.

La risposta del Governo cinese non si è fatta attendere, ed ha replicato che è un suo diritto controllare la rete, tramite il portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu, ha fatto sapere che in Cina «Internet è aperta» e le società che vogliono operare sul territorio cinese si devono adeguare alle leggi del paese.

Al momento Google continua la sua battaglia permettendo la visione dei suoi siti Google.com e Google.cn privi dei filtri richiesti dalla legge cinese in questo modo gli utenti cinesi hanno libero accesso a tutte quelle informazioni che fino ad ora erano ritenute proibite.  In Cina non è possibile vedere o utilizzare siti come YouTube, Facebook e Twitter.

Staremo a vedere dove ci porteranno tutte queste lotte contro Internet, la sua libertà e diffusione.

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25 maggio 2009

Messenger volutamente bloccato in 5 Stati

Incredibile Microsoft ha interrotto il servizio di messaggistica Windows Live in cinque Stati: Cuba, Nord Corea, Iran, Siria e Sudan.

Si presume che il programma sia stato bloccato a seguito delle pressioni del Governo USA, in quanto tutti e cinque gli Stati sono sotto l'embargo americano.

Microsoft non fornisce commenti sulla motivazione e la relativa durata di questo blocco, anche l'unico comunicato apparso sul blog ufficiale di Messenger al momento è sparito.

Ma che cattiveria bella e buona è questa, tu vivi in paese di ... e io ti tolgo il giocattolino (che ha tutto il mondo) per farti dispetto.

Ma che razza di ragionamento, Internet dovrebbe essere fuori da queste guerre e diatribe politiche, dovrebbe essere libero sempre, sia l'accesso che l'uso dei programmi. Perchè devono sempre pagare gli innocenti.!!!!

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7 aprile 2009

Lo spam impunito

Come tutti noi ben sappiamo, lo spam è un flagello per la nostra posta elettronica, ed ognuno utilizza i metodi che ritiene più appropriati per contrastare questo antipatico fenomeno.

È risaputo che se una cosa funziona non ce la togliamo più di torno, dai programmi televisivi alle suonerie telefoniche. Per lo spam è la stessa cosa, perchè in proporzione ai quantitativi enormi di messaggi inviati, il ritorno economico delle poche che vanno a buon fine, fa si che questa attività sia per i pochi molto redditizia.

L'anno scorso avevamo avuto un drastico calo di spazzatura, nelle nostre caselle di posta elettronica, grazie alla chiusura di una società di hosting, McColo Corporation, poi gli spammer si sono riorganizzati ed ora siamo più intasati che mai di e-mail spazzatura.

Comunque, ogni tanto anche gli spammer, che proprio grazie a questa antipatica attività diventano pure famosi, è il caso di Jeremy Jaynes, americano a cui è dedicata addirittura una pagina di Wikipedia, vengono rintracciati, arrestati e processati; è questo il caso.

Si stimava che grazie all'invio di 20 milioni di messaggi-spam al giorno il guadagno illecito, di Jeremy Jaynes, potesse esser stato di 750.000 dollari al mese, per una fortuna stimata intorno ai 24 milioni di dollari.

Nel 2004 subì un processo e venne condannato a nove anni di prigione con tanto di multa da pagare. Non troppo felice di scontare questa pena, Jeremy Jaynes presentò appello chiamando in causa il Primo Emendamento della Costituzione statunitense, quello sulla libertà di parola e di espressione.

La Corte Suprema della Virginia ha rimesso in libertà Jaynes sostenendo che le norme anti-spam sono poco chiare, perchè limitano la propaganda politica e, appunto, la libertà di espressione.

Che dire, ricette mediche, software strani, materiale pornografico, e improbabili proposte di lavoro, comprese incredibili vincite economiche possono continuare a bombardarci impunemente la nostra posta elettronica, perchè è libertà di espressione, mentre non volerla riceverla è un crimine.

Di questo passo siamo noi che violiamo la Legge perchè ci lamentiamo.

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23 marzo 2009

Lista nera dell'Australia, censurato dentista e agente commerciale

Qualche giorno fa vi segnalavo il rapporto di Reporter senza Frontiere, sulla situazione censura in giro per il mondo.

Oggi prendo atto che l'Australia effettivamente sta davvero svolgendo un opera di censura.

L'Autorità di controllo dei media ACMA (Australian Communications and Media Authority), da redatto al lista nera in cui vengono elencati i siti giudicati nocivi per i ragazzi.

Nella lista dei siti proibiti,oltre a siti di poker, troviamo anche : collegamenti a YouTube, inserimenti in Wikipedia, pagine di comunità religiose e arriviamo al massimo considerando pericolo un agente di viaggio e un dentista.

Inoltre la società australiana delle Telecomunicazioni può chiudere un sito semplicemente in base ai reclami dei cittadini.

Potete approfondire sul Sydney Morning Herald.

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13 marzo 2009

La censura nel mondo

Dati inquietanti arrivano da Reporter senza Frontiere, in un report che porta in dettaglio la situazione con dati, numeri e spiegazioni, di ogni paese preso in esame, scaturisce che Internet è sotto controllo anche dagli Stati definiti democratici.

La situazione più grave colpisce ben 12 paesi, che sono definiti nel report "nemici di Internet".

La lista, già più o meno nota dei 12 è: Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam.

Qui in pratica si impedisce di navigare liberamente trasformando le reti in intranet, impedendo così di accedere alle informazioni giudicate "indesiderabili", ma anche perseguendo, incarcerando e minacciando chi non sottosta alle regole imposte.

Ma c'è di peggio, perchè se la lista sopra è già discretamente nota agli internauti, le cose sembra non stiano andando meglio altrove, infatti vi sono altri 10 paesi che Reporter senza Frontiere ha definito "sotto sorveglianza". Anche qui si stanno adottando misure che ne liberano la libertà.

Di questi ultimi vengono menzionati l'Australia e la Corea del Sud, dove recenti interventi potrebbero mettere in pericolo la libertà di espressione su Internet.

Un mondo dove sempre più ci viene tolto un pezzettino del nostro libero pensare.

Il report completo lo trovate qui in formato pdf.

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4 dicembre 2008

Sconfiggere la censura con il G.N.I.

La censura è un gravissimo problema e colpisce moltissime nazioni; noi italiani, non siamo immuni dalla censura. Al di là del fatto che possa esserci, in alcuni casi, uno scopo non negativo, la censura è sempre fastidiosa.

Ora pare che tre grandi marchi: Microsoft, Google e Yahoo!, vogliano aderire a un'organizzazione per proteggere i diritti civili e la privacy, anche se non è ancora stato stabilito nessun piano d'azione, queste tre società, criticate per le loro politiche economiche portate avanti senza preoccuparsi dei diritti umani, pare abbiano cambiato idea unendosi con altre organizzazioni a questa rete.

Tutti insieme hanno dato vita al Global Network Initiative, il cui obbiettivo è difendere la privacy degli utenti che operano nel settore del ICT in paesi dove questa non è garantita.

Unire le forze e redigere un protocollo comune di comportamento che, a parità di condizioni concorrenziali, permetta di muoversi con maggior disinvoltura verso Oriente, sapendo di poter anche far opposizione al regime cinese nel nome del rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

Sembra che altre società come Vodafone e France Télécom, pensino di unirsi in questa rete.

Speriamo che al di là di motivazioni economiche questa iniziativa possa davvero ridurre al minimo le restrizioni governative sull'espressione dei singoli attraverso la rete, e non solo in Cina.

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3 dicembre 2008

Berlusconi vorrà imbavagliare anche la rete???

Leggo che Berlusconi, dopo la visita al Polo tecnologico di Poste italiane all'Eur di Roma, ha dichiarato di voler sottoporre al prossimo G8, una proposta di regolamentazione di internet in tutto il mondo.

Non ha anticipato quale sarebbe la proposta, ma che la stessa sarà fatta con una "prospettiva internazionale, in cui l'Italia possa essere avanguardia".

Panico, terrore, raccapriccio! L'ennesima figura di M... davanti al mondo?

E se non viene accettata, cosa succederà in Italia, vuole monopolizzare anche Internet, non gli basta aver bendato e manipolato, l'informazione scritta e televisiva.

Basta, non ne posso più di questo individuo, che ogni giorno di più si sente un dio ed è a parer mio, con la mente totalmente fuori controllo.

E le cose che mi fanno più imbestialire sono: primo che non vi è la speranza di un'alternativa, non essendoci all'orizzonte nessuno di veramente serio e responsabile; in secondo luogo come possono delle persone aver votato qualcuno che oltre ad offenderli e a prenderli per i fondelli, e ... si permette anche di dire che devo spendere e devo essere ottimista, che è tutta una catena; se io non compro, qualcuno resta disoccupato, ma mi prendi per deficiente.

Io che sono proprio una disoccupata, mi spieghi cosa cazzarola pretendi che compro se non lo stretto necessario per sopravvivere.

Ma come ti permetti di venire a spiegarmi come devo vivere!!! Caspita!!!!

Scusate lo sfogo, ma con tanta gente intelligente per tutta l'Italia proprio Berlusconi doveva rappresentarci??????

Esprime un pensiero anche il sito Visionpost.

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7 novembre 2008

Brevetto Microsoft Censura audio

Nel 2004, Microsoft ha depositato un brevetto di un software che è in gradi di analizzare e filtrare in tempo reale, parole o fonemi, censurando le parole ritenute inappropriate.

I classici bip di censura della RAI di tanto tempo fa.

L'Ufficio brevetti statunitense, ha approvato riconoscendo a Microsoft i diritti dell’invenzione denominata sistema di “censura automatica dei dati audio”.

In pratica il sistema interviene al momento della compressione dell'audio: quando i singoli pacchetti devono essere trasferiti, un algoritmo compie il confronto tra i singoli fonemi che è stato in grado di isolare e il database delle parole (cioè aggregati di fonemi) proibite.

Nonostante Microsoft non abbia rivelato che uso intenda fare di questa tecnologia, che dovrebbe sostituire l'intervento umano nel caso di parole non troppo consone, ha comunque affermato che vi sarà una certa elasticità nei contenuti e negli orari di messa in onda delle trasmissioni, da parte di questo filtro, che comunque escluderà per esempio un certo tipo di censura in un programma dedicato alla medicina, dove alcune parole potrebbero risultare offensive in altri programmi.

Molto probabilmente l’impiego potrebbe essere implementato su XBox Live, nelle chat vocali delle sessioni multiplayer, e magari sulle trasmissioni radiofoniche che si possono ricevere tramite Internet.

Io ribadisco la mia convinzione che per quanto possa tornare utile in alcuni casi, come per esempio la possibilità di controllare i contenuti, sia visivi che audio, sottoposti ai bambini, preferisco la LIBERTA' di scegliere di vedere e sentire quello che preferisco e decido.

Nel caso di controllo sui bambini, lascerei l'obbligo di controllo ai genitori, che debbono sempre prendersi la loro responsabilità nel momento in cui lasciano i mano ai loro pargoli mezzi importanti come Internet o la televisione.

Voi siete d'accordo con la censura audio?
 
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30 ottobre 2008

La SIAE pretende la tassa sull'Adsl

Ci mancava pure la SIAE!

La Telecom prospetta un aumento di canone, e le nostre tasche si svuotano sempre più.

Ora che la Telecom richieda un aumento, ci può anche stare. Fornisce un servizio, ha dei costi, c'è la crisi, insomma è un'azienda come le altre. Fornisce qualcosa e se ci sono aumenti si pagano.


Ma la SIAE, spiegatemi che cavolo centra. Questa società che è più odiata che amata, con regole bizzarre, lo sò per esperienza personale, si sono studiati una richiesta singolare: "che venga stabilito per legge un contributo da parte di tutti quei provider che forniscono a pagamento la linea Adsl veloce".

Motivo: l'Adsl consente a milioni di utenti di scaricare dal web, nella maggior parte dei casi evadendo il Diritto d'Autore, ogni tipo di contenuto creativo: musica, film, libri, immagini e qualsiasi genere di opera dell'ingegno messa a disposizione gratuitamente da ben noti e numerosi peer to peer".

Insomma se io ho un coltello sono una potenziale assasina, quindi posso fare un mese ogni tanto di galera, non si sa mai, potrei comunque farlo ne possiedo lo strumento e quindi è giusto che pago.

La SIAE, per perorare la sua causa infatti, si è  rivolta addirittura al Governo per chiedere «che a titolo di risarcimento i provaider versino una parte dei loro proventi agli autori per i diritti evasi».

Ma cavolini di bruxelles, io non ho mai scaricato nulla illegalmente. Tutto ciò che ho di gratis sul mio pc è perchè era offerto gratuitamente. Perchè dovrei pagare una tassa per qualcosa che non uso?

Secondo voi su chi potrebbe ricadere questa impropria tassa?

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25 ottobre 2008

Il cellulare lo compri solo se presenti il passaporto

Qualche giorno fa avevo letto un Ansa che riguardava i cellulari ed i Talebani, quest'ultimi infatti, vogliono vietare l'uso dei cellulari anche di giorno, quindi probabilmente di notte sono già vietati.

Al di là del discorso politico di cui non voglio parlare e non è mia intenzione neppure parlare dei talebani e delle loro imposizioni ad ognuna delle libertà dell'individuo; leggo oggi che nel Regno Unito, vogliono imporre una Legge a titolo di sicurezza nazionale inerente all'acquisto dei telefonini, forse anche qui si cerca di togliere una libertà.

La proposta promossa dal GCHQ (Government Communications Head Quarters) coinvolgerà ogni individuo che deciderà di acquistare un telefonino nel Regno Unito, perché verrà richiesto di registrare la propria identità che verrà custodita nell'archivio di stato.

In pratica si dovrà presentare il proprio passaporto o un qualsiasi altro documento di identità valido quando si deciderà di acquistare un telefonino o una sim card. Ciò permetterà di identificare e registrare ogni persona che possiederà un cellulare direttamente dal punto vendita. Forse stanno pure pensando di registrare anche i cellulari già circolanti nel Regno Unito.

La causa di questa nuova regolamentazione deriverebbe dai telefonini no lock per SIM prepagate, dal costo contenuto che verrebbero usati, oltre che dai comuni mortali, anche da personaggi con losche intenzioni e criminali di ogni genere, difficili da rintracciare e da intercettare.

Io penso che con la scusa del terrorismo vi sia stata un eccessiva invadenza della privacy altrui, e voi che idee avete sull'argomento?

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26 settembre 2008

The Pirate Bay è di nuovo accessibile

La vicenda risale ai primi di agosto quando il Gip del Tribunale di Bergamo ha predisposto il sequestro preventivo contro il sito THE PIRATE BAY, uno tra i più famosi siti per il peer to peer.


L'accusa è di facilitare la pirateria, eppure The Pirate Bay è un motore di ricerca specializzato nell’indicizzazione di file torrent, praticamente ne più ne meno di ciò che fa il famosissimo Google o da altri motori di ricerca, infatti il motore di ricerca svedese altro non fa che elencare i file .torrent sparsi per il web, proprio ciò che fanno Yahoo, Google, MSN, Virgilio o altri motori di ricerca.

Questa ci riporta a tutte quelle notizie che parlano della censura cinese come se fosse lontanissima e invece noi che crediamo di essere tanto liberi ecco che questa volta è toccato a noi (qui sulla presunta libertà che abbiamo ci sarebbe da parlare a lungo ma andremmo fuori tema) e non bisogna dimenticare che purtroppo la censura riguarda anche Turchia (più vicina a noi), India, Pakistan e tantissimi altri paesi.

Vengono vietati ed oscurati siti di scrittori, pittori, blogger e via dicendo. Nella vicenda The Pirate Bay vi è stato inoltre un grave fatto legato alla privacy degli utenti italiani, infatti quando un utente provava a connettersi al sito veniva reindirizzato su un'altra URL riconducibile alla IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), acquisendo gli indirizzi IP dei visitatori del sito, che fossero utenti curiosi o utilizzatori del sito, senza contare chi comunque lo utilizzava per file legali non coperti da copyright. Io non sono dell'idea che per arrivare allo scopo si debba falciare tutto.   

Su quest'ultimo punto è intervenuta pure l'Associazione Altroconsumo  presentando reclamo al garante privacy contro industria discografica, per il trattamento illecito dati personali

Nonostante ciò la famosa in questi giorni ha festeggiato i 15 milioni di utenti.

Pirate Bay nella veste di Peter Sunde uno degli amministratori del sito ha fatto ricorso al Tribunale di Bergamo grazie a Matteo Flora, esperto informatico e due avvocati Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi.

I motivi per questo dissequestro non sono ancora noti, speriamo di avere aggiornamenti al più presto.
 
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2 settembre 2008

Come visitare i siti bloccati

Questa non dovete davvero perderla, se siete tra gli sfigati che hanno un gestore o un proxy che vi impedisce la navigazione di alcuni siti, non disperatevi.

I metodi proposti sono molti, ma quello che vi propongo è di una semplicità mostruosa, con relativo criptaggio dei pacchetti.

Andate su questo sito http://www.httptunnelling.com/


e digitate il sito che volete vedere, io ho provato con un sito mooolto chiacchierato negli ultimi tempi che è stato bloccato in Italia, e puffete è apparso. ;-)

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4 ottobre 2007

Arriva la censura anche in Italia?

Non amo molto parlare di politica, ma non mi piace la censura da parte di nessuno.

Leggo in rete della richiesta di chiusura di un blog: Masellatiodio.

Riporto in toto il messaggio del blog :

Alla fine è successo. Mastella vuole farci chiudere e a tale scopo si é rivolto alla Polizia Postale (leggete qui). Sinceramente non sappiamo se il Ceppalonico avrá successo, in ogni caso se la censura del nostro blog andasse in porto il tutto costituirebbe veramente un precedente grave e scandaloso per la democrazia di questo paese. Abbiamo giá dichiarato piú volte che il titolo di questo blog è puramente simbolico. Mastella ci accusa di essere neonazisti e di incitare alla violenza. Vi consigliamo di navigare all´interno del blog e verificare la consistenza nulla di queste accuse. Siamo veramente curiosi di sapere quali leggi della Repubblica Italiana avremmo violato. Consigliamo al nostro dipendente signor ministro (tutto in minuscolo) di dare un´occhiata ai vari siti anti-Blair ed anti-Bush che esistono in rete: al confronto di quelli il nostro é una vera apologia di Mastella. Bene, in attesa di ulteriori sviluppi, chiediamo a tutti i naviganti che apprezzano il nostro sito di darci un sostegno di tipo morale. Diffondete la notizia. Create dei banner contro il nostro oscuramento. Fate informazione. Scrivete alle autoritá competenti. Dateci consigli. Ora abbiamo bisogno di voi piú che mai. Help!


È pazzesco, secondo me inaccettabile. E se Microsoft dovesse far chiudere tutti i siti che parlano male del colosso ...

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