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4 maggio 2010

Un numero verde contro lo spam telefonico

Quando si parla di spam si pensa immediatamente a quello inviato tramite e-mail, ma purtroppo vi è anche quello telefonico. Se siete stufi di essere importunati dallo spam telefonico, arriva una soluzione.

Purtroppo anche a causa della crisi, molte aziende utilizzano i call center per telefonarvi a tutte le ore e proporvi qualunque prodotto commerciale.

Contro il telemarketing molesto, sarà attivato il numero verde anti-spam e il Registro delle Opposizioni. Se non vorrete essere molestati dal telemarketing, potrete iscrivervi al Registro via e-mail, oppure telefonando a un numero verde o tramite raccomandata. Una volta che sarete inseriti nel Registro, non potrete più essere contattati a scopo pubblicitario.

Le associazioni dei consumatori non sono soddisfatte di questa soluzione,  perché avrebbero preferito un registro con i nomitativi di utenti a cui fosse permesso chiamare e il divieto di contattare tutti gli altri.

Per ora il numero e l'indirizzo sono ancora da definire, comprese le modalità di funzionamento che dovranno essere stabilite con apposito DPR, da emanarsi entro il 25 maggio 2010.

Maggiori info su Aduc.it  art.1 e art.2

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26 aprile 2010

Hashbot per congelare un pagina web

Oggi ho avuto modo di leggere di un interessante servizio che viene citato dall'Avvocato Giuseppe Vaciago, difensore di tre dei quattro dirigenti di Google imputati per trattamento illecito dei dati.

da Teutas Law & Technology: 

Nella prima parte della lunghissima sentenza viene riportata una sua “legittima” eccezione sulla modalità di presentazione delle "prove elettroniche". Le chiedo un commento a proposito conoscendo la sua attività universitaria in tema. (Giuseppe Vaciago ha anche partecipato a Firenze lo scorso anno ad un seminario organizzato nell'ambito del progetto europeo ECCE -European certificate on Cybercrime and Electronic Evidence-JPEN- da Teutas.it. Inevitabile quindi uno sguardo particolare a questo profilo nella lettura della sentenza).
La ringrazio per il termine "legittima". In realtà anche se l'eccezione non era proceduralmente legittima, ho ritenuto che fosse da un punto di vista sostanziale importante evidenziare che nel 2010 non dovrebbe essere più possibile produrre come prova in un processo penale un documento cartaceo di una pagina web corredato da un file digitale in formato word contenente il "copia e incolla" della medesima pagina web. Ci sono strumenti gratuiti e validissimi che permettono di garantire certezza nella fase dell'acquisizione di una prova digitale presente in Rete come ad esempio il software hashbot (http://www.hashbot.com/) che tra le altre cose è stato progettato da informatici italiani. Essendo il mio principale tema di ricerca accademica, mi rendo conto che sono parziale nel mio giudizio, ma sottavalutare il rischio in termini di alterabilità e mancanza di genuinità che una analisi superficiale della prova digitale può generare è davvero pericoloso.
Il servizio citato è Hashbot e insieme a Whoishim fa parte di due progetti creati in collaborazione da due italiani, Gianni Amato e Davide Baglieri.

Whoishim consente di trovare moltissime informazioni su una determinata persona, sempre che questa abbia lasciato delle tracce sul web, recuperandole dai vari social network, dalle community on-line, o sui motori di ricerca,ecc…

Hashbot, invece è un applicazione ad uso forense che permette di acquisire e validare scientificamente una pagina web così come si trova in determinato momento. 

Nei due filmati vengono ampiamente spiegati ambedue i progetti, il primo da Gianni Amato per il servizio Hashbot



e il secondo da Davide Baglieri per Whoishim




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1 luglio 2009

Venduto The Pirate Bay!!

Inaspettatamente il sito più famoso del momento per svariati motivi, è stato venduto a un produttore svedese di software, Global Gaming Factory X.

Dopo il verdetto negativo del processo subito dai titolari del sito, dopo il dubbio sull' esito del responso a causa di un giudice sospettato di non essere stato parziale nella sua decisione perchè membro di un'associazione svedese per la tutela del copyright.

Dopo la convalida della Corte d'appello svedese, che ha respinto la richiesta dei legali di Carl Lundstrom, Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg e Fredrik Neij, giudicando non sufficienti a dimostrare il pregiudizio e il conflitto d'interessi.Dopo la conquista di un seggio al Parlamento europeo da parte del Partito della Baia, ecco la vera novità, il sito è stato venduto.

Ed infine anche la notizia che The Pirate Bay conferma di essere al lavoro su The Video Bay, l'alternativa libera a YouTube per filmati in streaming da condividere, ma "senza temere di dover rimuovere il materiale per questioni che riguardano i diritti d'autore".
Ecco la vera novità, Global Gaming Factory X AB ha annunciato l'acquisto di The Pirate Bay, ed ha precisato nel comunicato stampa che introdurrà un nuovo modello di business che permetterà di compensare i titolari del copyright per il materiale scaricato.L'acquisizione verrà a costare circa 7,7 milioni di dollari.

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30 giugno 2009

Scarica 3322 file e viene assolto

Mentre in quasi tutte le parti del Globo Terrestre scaricare filmati musicali, film o qualsiasi altro prodotto protetto da copyright viene visto come il male assoluto da combattere ad ogni costo, in Spagna non viene visto come reato.

In Spagna un uomo, tra il 2003 ed il 2004, ha scaricato da internet e condiviso 3.322 filmati protetti da diritto d’autore.

Il Tribunale di Pamplona, ha assolto l’imputato da tutte le accuse, perchè non vi era alcuna prova che avesse tratto beneficio dall’aver scaricato film e musica e averla condivisa con gli altri.

Infatti secondo la legge spagnola ci deve essere un palese intento di profitto affinché qualcuno venga considerato responsabile di violazione di copyright, mentre in questo caso, è stato riconosciuto che l’uomo ha effettivamente scaricato file, ma che lo ha fatto per uso privato.

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27 maggio 2009

ThePirateBay altro giudice compromesso

Il processo che ha portato alla condanna i quattro titolari del portale ThePirateBay, sta prendendo davvero una piega strana.

Come vi avevo già segnalato, gli autori dl sito non si erano dati per vinti,  presentando ricorso al processo a cui sono stati sottoposti, perchè il giudice Tomas Norström essendo legato ad un gruppo per la difesa del copyright, ha creato un conflitto di interessi.

Ora è sorto un nuovo problema, la stampa svedese ha scoperto che il giudice Ulrika Ihrfelt, assegnata ad investigare sul coinvolgimento del giudice Tomas Norström, è legata allo stesso gruppo.

Ovviamente è stata subito rimossa dall'incarico, ma la stampa stessa ha commentato l'accaduto con toni accesi, anche perchè suona strano che non si sia riusciti a trovare un giudice non di parte.

Comunque è stato nominato un nuovo giudice dal Presidente della Corte, Fredrik Wersäll, il giudice Anders Eka.

Non ci crederete, un giornale svedese ha rivelato una connessione tra Eka e lo Stockholm Centre for Commercial Law.

Si riuscirà a trovare un giudice che non faccia parte di qualche gruppo legato alle Major?

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26 maggio 2009

P2P anche in Italia si chiedono provvedimenti

La lotta al P2P inizia in Italia, ma non è finita in Francia.

Anche in Italia la lotta al P2P si fa agguerrita, la  Fapav (Federazione anti-pirateria audiovisiva italiana), ha intimato che la Telecom (come se fosse l'unico operatore in Italia, anche se il maggiore), di fornire i dati dei suoi utenti in modo da permettere di identificare ed in seguito adottare gli interventi di sua competenza" nei confronti di quanti scaricano illegalmente dalla rete contenuti audiovisivi protetti da copyright.

La stessa la Fapav, minaccia che se il perdurare di tali azioni illegali dovesse continuare, procederà alla richiesta di risarcimento per gli ingenti danni subiti.

Secondo l'ultimo studio condotto da Fapav e Ipsos, "nel 2008 il fatturato perso a causa della pirateria è stato pari a circa 530 milioni di euro e, in termini di impiego, sono a rischio oltre 250mila posti di lavoro nel settore audiovisivo, e nel settore home video è  stimata una perdita di 40 milioni di euro di investimenti, ben 500 video-noleggi hanno cessato la loro attività' nel solo 2008 e si è registrata una perdita del fatturato del 50% del settore del video-noleggio negli ultimi tre anni".

Ma non ci sarà come causa anche la crisi, mi chiedo io!!

Comunque la Telecom da parte sua replica di aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa vigente.

Come recentemente ribadito anche dalla Corte di Giustizia delle Comunità europee (sentenza 29 gennaio 2008, pronunciata nella causa C-275/06), il diritto comunitario consente agli Stati membri di circoscrivere all'ambito delle indagini penali o della tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale il dovere di conservare e mettere a disposizione i dati sulle connessioni e il traffico generati dalle comunicazioni effettuate durante la prestazione di un servizio della società dell'informazione, escludendo la possibilità che tali dati possano essere messi a disposizione per controversie civili relative ai diritti di proprietà' intellettuale".

Ma non solo in Italia nascono controversie, anche l'attuale "legge HADOPI", in Francia è sotto esame, perché alcuni membri del gruppo parlamentare socialista hanno sollevato dubbi di incostituzionalità presentando il caso innanzi al "Conseil Constitutionnel" con undici punti di conflitto con le disposizioni fissate dalla Costituzione Francese.

Se il "Conseil Constitutionnel" dovesse dare un parere negativo rispetto alle eccezioni sollevate, la "United Press International" da notizia che il parlamentare europeo Guy Bono sottoporrà la questione alla corte di giustizia europea.

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24 maggio 2009

La Giustizia in Piemonte è on-line

Sempre più, il digitale ed internet ci vengono incontro, grazie alla nascita di iniziative che ci permettono di restare informati e risparmiare tempo, anche su cose importanti e delicate come la Giustizia.

È stato inaugurato a Torino il nuovo sito della Corte d’Appello, attraverso il nuovo sito, i cittadini hanno a disposizione tutti gli strumenti telematici per evitare l’accesso fisico agli uffici giudiziari della regione, ma lo scopo è anche quello di essere più vicini al cittadino, offrire trasparenza e ammodernare la macchina della giustizia.

Impresa titanica questa di Torino, vista la  presenza di tanti piccoli tribunali locali, nasce da un accordo siglato tra il ministero per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione e il ministero della Giustizia.

Sul sito si potranno trovare informazioni sugli uffici giudiziari del distretto, dai tribunali alle procure, sullo stato della giustizia in Piemonte, sulle procedure concorsuali, sulla giustizia minorile e i giudici di pace.

Sarà on line anche la modulistica che può servire al cittadino che si trovi alle prese con questioni legate alla giustizia, sia civile che penale inoltre, il nuovo servizio di aste on line, i link a tutti gli uffici giudiziari del distretto e le relazioni annuali del procuratore generale della Repubblica sullo stato della giustizia in Piemonte.

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14 maggio 2009

La Francia approva la Legge anti P2P e ThePirateBay si vendica

È stata approvata la Legge anti-pirateria in Francia soprannominata dei tre schiaffi.

La legge approvata ieri dal Parlamento francese e stata confermata oggi in Senato, si chiama Hadopi (Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet). Una autorità indipendente che una volta individuato un utente che scarica illegalmente materiale protetto dal copyright, riceverà tre avvisi:  
  • la prima sarà una comunicazione via mail, che avvisa l'utente che è stato individuato a commettere atto di pirateria e quindi lo si invita a cessarlo;
  • dopodiché verrà inviata una raccomandata che ripeterà a grande linee il contenuto dell'e-mail;
  • ed infine la disconnessione dalla rete internet per un anno con il pagamento del canone per tutto il periodo anche se non si usa la connessione.

Vi è anche una amministrativa che sarà stabilita da una nuova autorithy per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti di Internet.

Una Legge che fa discutere anche a causa della violazione della privacy (per verificare una violazione è necessario che qualcuno controlli le connessioni private degli utenti) e non per ultimo si dovrebbe tenere in considerazione che internet è ritenuto un canale della libertà di espressione, la disconnessione toccherebbe anche i diritti del cittadino.

Ma c'è ancora un problemino che arriva da Bruxelles, il Parlamento europeo ha indicato, con un emendamento approvato il 6 maggio scorso, che il taglio della connessione può avvenire solo con una decisione della magistratura.

E ThePirateBay cosa fa? Non sta con le mani in mano, oltre a presentare ricorso, hanno deciso di intasare il conto corrente di Peter Danowsky, uno degli avvocati delle major.

Per farlo hanno usato il sito chiamato internet-avgift (parcella-Internet), che invita a donare 1 corona svedese allo studio legale Danowsky, rappresentante delle case discografiche, questa vendetta è stato soprannominato attacco DDo$.

Così facendo, si creerebbe molto caos a causa delle regole bancarie che una volta raggiunti i 1000  micro pagamenti elettronici, vengono fatti pagare i costi della transazione, in pratica il doppio del ricevuto (2 corone svedesi), obbligando Danowsky al rimborso delle donazioni non annotate nei libri contabili e ad un maggior esborso per lo studio ad ogni pagamento.

Maggiori info su questo sito.

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6 maggio 2009

ThePirateBay sarà processata anche in Italia

Anche se non è ancora finita la vicenda del processo a The Pirate Bay i guai per gli autori del sito non sono finiti, presto dovranno vedersela con l'Italia.

Bisogna tornare a quando il sito era stato sottoposto a sequestro preventivo dal Tribunale di Bergamo.

La Federazione Industria Musicale Italiana, ha infatti pubblicato sul suo sito:
«In Italia il sito thepiratebay.org è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, a seguito di un'operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nell'agosto del 2008. I quattro creatori e gestori del sito sono stati denunciati per violazione della vigente normativa in materia di diritto d'autore. Nell'ambito dell'operazione era stato anche ingiunto a tutti gli internet provider italiani di predisporre il blocco IP e DNS del sito svedese. Il provvedimento della procura, pienamente confermato dal Giudice per le Indagini Preliminari, è stato parzialmente revocato dal Tribunale del Riesame che, pur confermando in modo netto e deciso l'illiceità della condotta dei gestori di Pirate Bay, ha disposto la revoca del blocco IP e DNS per vizio di forma. Si attende ora la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione sul ricorso presentato dal Pubblico Ministero di Bergamo. A prescindere dall'attesa pronuncia della Suprema Corte di Cassazione thepiratebay.org, ai sensi della vigente normativa in materia di diritto d'autore, rimane un sito illegale e gli utenti che lo utilizzano per scaricare brani non autorizzati rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall'art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete)».
Non solo è a rischio il sito, ma anche gli utenti.

Gli avvocati di Peter Sunde sono  Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi, hanno rilasciato un'intervista in cui spiegano la strategia di difesa.

Staremo a vedere anche qui come si risolverà un problema che sia dal punto di vista Legale che dal punto di vista di chi usufruisce queste tecnologie hanno bisogno di chiarezza.

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17 aprile 2009

Condanna per ThePirateBay

Il tanto atteso esito del processo contro La Baia dei Pirati è arrivato nella tarda mattinata di oggi: un anno di carcere per violazione del copyright ai quattro titolari del portale ed un risarcimento danni per 2,7 milioni di euro, a varie società come la Warner Bros, Sony Music Entertainment, Emi e la Columbia Pictures.

La richiesta era di 117 milioni di corone quantificabili in 106 milioni di euro, come risarcimento più interessi per le perdite causate dalle decine di milioni di download illegali tramite il sito.

A nulla sono servite le affermazioni di non colpevolezza ribadendo che "The Pirate Bay costituisce un semplice motore di ricerca per ottenere i link per il file sharing, ma non ospita materialmente sui propri server alcun file". Secondo i giudici i responsabili del sito invece erano a conoscenza della diffusione di materiale protetto dal diritto d'autore, e inoltre che il sito è organizzato per scopi commerciali; sono stati quindi, ritenuti responsabili.

Nonostante il duro colpo gli autori del sito ThePirateBay non si arrendono, ed in home-page appare questo commento:
«Come in tutti i migliori film, gli eroi perdono all’inizio ma riescono alla fine, comunque, ad ottenere una vittoria epica. È l’unica cosa che Hollywood ci ha insegnato»
La decisione della Corte potrebbe costituire un valido precedente giuridico per le major, anche se come già accaduto per Napster, gli utenti in poco tempo hanno trovato altre alternative.

Vedremo con il tempo l'evolversi in vari stati di questa dura ed aspra battaglia fra major e pirati.

Maggiori info su Reuters (in inglese).

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7 aprile 2009

Lo spam impunito

Come tutti noi ben sappiamo, lo spam è un flagello per la nostra posta elettronica, ed ognuno utilizza i metodi che ritiene più appropriati per contrastare questo antipatico fenomeno.

È risaputo che se una cosa funziona non ce la togliamo più di torno, dai programmi televisivi alle suonerie telefoniche. Per lo spam è la stessa cosa, perchè in proporzione ai quantitativi enormi di messaggi inviati, il ritorno economico delle poche che vanno a buon fine, fa si che questa attività sia per i pochi molto redditizia.

L'anno scorso avevamo avuto un drastico calo di spazzatura, nelle nostre caselle di posta elettronica, grazie alla chiusura di una società di hosting, McColo Corporation, poi gli spammer si sono riorganizzati ed ora siamo più intasati che mai di e-mail spazzatura.

Comunque, ogni tanto anche gli spammer, che proprio grazie a questa antipatica attività diventano pure famosi, è il caso di Jeremy Jaynes, americano a cui è dedicata addirittura una pagina di Wikipedia, vengono rintracciati, arrestati e processati; è questo il caso.

Si stimava che grazie all'invio di 20 milioni di messaggi-spam al giorno il guadagno illecito, di Jeremy Jaynes, potesse esser stato di 750.000 dollari al mese, per una fortuna stimata intorno ai 24 milioni di dollari.

Nel 2004 subì un processo e venne condannato a nove anni di prigione con tanto di multa da pagare. Non troppo felice di scontare questa pena, Jeremy Jaynes presentò appello chiamando in causa il Primo Emendamento della Costituzione statunitense, quello sulla libertà di parola e di espressione.

La Corte Suprema della Virginia ha rimesso in libertà Jaynes sostenendo che le norme anti-spam sono poco chiare, perchè limitano la propaganda politica e, appunto, la libertà di espressione.

Che dire, ricette mediche, software strani, materiale pornografico, e improbabili proposte di lavoro, comprese incredibili vincite economiche possono continuare a bombardarci impunemente la nostra posta elettronica, perchè è libertà di espressione, mentre non volerla riceverla è un crimine.

Di questo passo siamo noi che violiamo la Legge perchè ci lamentiamo.

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30 marzo 2009

ThePirateBay anonimato a 5 Euro al mese

Nonostante non sia ancora conclusa la vicenda legata al processo di cui si dovrà sapere il risultato il 17 di aprile, il team ThePirateBay non si scoraggia per nulla e lancia una VPN privata a 5€ al mese.

La necessità di questo servizio nasce, probabilmente, a seguito di una direttiva svedese che partirà il primo di aprile; verrà introdotta una norma chiamata IPRED (Intellectual Property Rights Enforcement Directive ) che permetterà di ottenere dettagli sui dati delle persone sospettate di file sharing.

Il sito ThePirateBay, ha quindi deciso di lanciare una VPN privata destinata ai propri utenti al costo di 5€ al mese.

Il nome di questo servizio è IPREDator e garantisce, riporta il sito ufficiale allestito da Pirate Bay, ai suoi utilizzatori un minor livello di tracciabilità.

In beta test, sembra fino a domani, dove poi il servizio sarà disponibile per gli utenti di tutto il mondo.

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18 marzo 2009

Wind dovrà rimborsare 130.000 utenti.

Ogni tanto le ingiustizie perpetrate dai provider vengono punite. È di questi giorni la notizia che la Corte d’Appello di Torino che ha confermato la sentenza del Tribunale, richiesta dal Movimento Consumatori.

La Società Wind dovrà rimborsare circa 130 mila utenti, ingannati.

La vicenda risale al 2001, quando alcuni utenti nel cambio di gestore da Telecom a Infostrada (all'epoca Infostrada non era ancora parte di Wind), prometteva di interrompere il pagamento del canone Telecom, ma che invece continuavano a pagarlo il canone Telecom.

Gli utenti interessati, che hanno sottoscritto "Solo Infostrada", si possono rivolgere alle sedi dell'associazione "per attivare le procedure di conciliazione per ottenere la restituzione dei canoni pagati alla Telecom.

Pare che Wind "probabilmente" andrà in Cassazione.

Maggiori informazioni le potete trovare sul sito Movimento dei Consumatori.

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4 marzo 2009

Appuntamento al 17 aprile per il verdetto The Pirate Bay

Si è concluso oggi il processo ai responsabili di The Pirate Bay, ora si resta in trepida attesa del verdetto che verrà emesso il 17 aprile.

Si teme che nonostante siano cadute molte accuse, il verdetto possa non essere positivo, anche perchè è proprio della settimana scorsa l'approvazione di una legge che inasprisce le misure contro i download illegali ed inoltre i provider saranno costretti a fornire l’indirizzo Ip del computer colto in flagrante.

Dopo il disservizio di ieri che aveva portato ad essere irraggiungibile il sito, dove alcuni temevano che il processo fosse la causa del black out, il sito di The Pirate Bay in mattinata è tornato online; ora non ci resta che attendere la metà di aprile per saperne di più.

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3 marzo 2009

ThePirateBay.org è irraggiungibile

Questa volta non si tratta di un oscuramento, nonostante sia in atto un processo ai suoi fondatori, il problema questa volta è da imputare ai server, problema forse in via di risoluzione.

Secondo alcuni si era persino ipotizzato un attacco DDoS. Al momento non resta che attendere che venga sistemato il disguido, mentre sta andando avanti l'anomalo processo dove l'accusa chiede  il carcere e multe altissime come risarcimento danni, nonostante siano cadute metà delle accuse, anche perchè i server non contengono materiale piratato, Pirate Bay è accusata di facilitare la pirateria.

Per ora l'Isp norvegese Telenor si è rifiutato di bloccare la baia dei Pirati perchè la richiesta non avrebbe basi legali.

Sembra che alla fine siano più accusati per il loro business, che per violazione del copyright, in quanto accusati di interagire attivamente rimuovendo materiale pedopornografico e vendendo spazi pubblicitari che li porterebbe a guadagnare 10 milioni di corone l'anno (circa 350mila euro).

Domani il processo dovrà chiudersi e vedremo i risultati tanto attesi da migliaia di utenti.

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6 novembre 2008

Un nuovo caso di pirateria infondato

Non è la prima volta e non sarà l'ultima che le Major toppano con denunce a vanvera.

Mi è già capitato di leggere su denunce per pirateria di materiale prelevato illegalmente dalla rete, rivolte a persone che non hanno mai scaricato nulla da Internet, oppure che sanno a malapena usare il pc. Altre volte sono state denunciate persone che non possiedono il computer o addirittura individui che non hanno una linea adsl.

Questo nuovo caso parte da Atari, e coinvolge una coppia di scozzesi.

La denuncia è legata ad un videogioco di nome "Race 07". A detta detta dei legali di Atari, l'arzilla coppietta di 54 e 60 anni, avrebbe condiviso illegalmente sui circuiti di file sharing il video gioco.

Così hanno deciso di chiedere ai pensionati un accordo di 500 dollari per danni. L'unico problema è che i Signori incriminati del fattaccio, non sanno neppure cos'è un videogioco.

Dopo il loro rifiuto a pagare quella modica cifra, hanno cominciato ad arrivate lettere minacciose da parte dei legali, così i Sig.ri Murdoch hanno deciso di dare risonanza al fatto interpellando una rivista, la Which per pubblicare un reclamo decisamente pubblico.

Pare che la Società Atari scusandosi, sostenga che vi sia stato un errore nel risalire dall’indirizzo IP al nominativo dei coniugi.

Anche perché è probabile che chi utilizza i programmi di P2P, o anche il programma stesso usato, facciano in modo di nascondere l'indirizzo IP sostituendolo con un'altro.
 
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30 ottobre 2008

La SIAE pretende la tassa sull'Adsl

Ci mancava pure la SIAE!

La Telecom prospetta un aumento di canone, e le nostre tasche si svuotano sempre più.

Ora che la Telecom richieda un aumento, ci può anche stare. Fornisce un servizio, ha dei costi, c'è la crisi, insomma è un'azienda come le altre. Fornisce qualcosa e se ci sono aumenti si pagano.


Ma la SIAE, spiegatemi che cavolo centra. Questa società che è più odiata che amata, con regole bizzarre, lo sò per esperienza personale, si sono studiati una richiesta singolare: "che venga stabilito per legge un contributo da parte di tutti quei provider che forniscono a pagamento la linea Adsl veloce".

Motivo: l'Adsl consente a milioni di utenti di scaricare dal web, nella maggior parte dei casi evadendo il Diritto d'Autore, ogni tipo di contenuto creativo: musica, film, libri, immagini e qualsiasi genere di opera dell'ingegno messa a disposizione gratuitamente da ben noti e numerosi peer to peer".

Insomma se io ho un coltello sono una potenziale assasina, quindi posso fare un mese ogni tanto di galera, non si sa mai, potrei comunque farlo ne possiedo lo strumento e quindi è giusto che pago.

La SIAE, per perorare la sua causa infatti, si è  rivolta addirittura al Governo per chiedere «che a titolo di risarcimento i provaider versino una parte dei loro proventi agli autori per i diritti evasi».

Ma cavolini di bruxelles, io non ho mai scaricato nulla illegalmente. Tutto ciò che ho di gratis sul mio pc è perchè era offerto gratuitamente. Perchè dovrei pagare una tassa per qualcosa che non uso?

Secondo voi su chi potrebbe ricadere questa impropria tassa?

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24 ottobre 2008

Le stramberie del web tra follia e Legge

È di qualche giorno fa la notizia che un individuo (non tanto sano di mente), leggendo su Facebook che la ex moglie, si dichiarava single, ha pensato bene di farla passare a "miglior vita". Tutto ciò accadeva a Londra.

Leggo invece oggi che una moglie, per vendetta, ha distrutto l'avatar del marito in un gioco on-line, Maple Story. La motivazione è che il marito ha divorziato, virtualmente, da lei. La donna, giapponese, non è una ragazzina ma una signora di 43 anni, (Viva la maturità!) è stata arrestata.


In Olanda invece, nel 2007, due adolescenti di 14 e 15 anni sono stati condannati a 180 ore di lavoro socialmente utile per aver rubato due oggetti di un gioco di ruolo on-line.


Non si può attribuire ad internet la causa di queste follie, ma sicuramente fa riflettere che un furto di un oggetto virtuale è punibile come un furto e basta.
In molte occasioni i giochi on line hanno dei costi effettuati con denaro reale, quindi il furto di un bene virtuale è a tutti gli effetti un furto che comporta un danno reale.

Altra storia invece è quanto può costare un errore sul web. Un signore, in Germania, ha deciso di mettere all'asta il suo Yacht. Nulla di strano, se non fosse per il particolare che si è dimenticato di definire il prezzo minimo per l'offerta. Cosa gli è costato? Una "barca" di soldi! È infatti stato costretto a svenderla al prezzo di circa 22,50 € contro i suoi previsti 12mila euro.


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26 settembre 2008

The Pirate Bay è di nuovo accessibile

La vicenda risale ai primi di agosto quando il Gip del Tribunale di Bergamo ha predisposto il sequestro preventivo contro il sito THE PIRATE BAY, uno tra i più famosi siti per il peer to peer.


L'accusa è di facilitare la pirateria, eppure The Pirate Bay è un motore di ricerca specializzato nell’indicizzazione di file torrent, praticamente ne più ne meno di ciò che fa il famosissimo Google o da altri motori di ricerca, infatti il motore di ricerca svedese altro non fa che elencare i file .torrent sparsi per il web, proprio ciò che fanno Yahoo, Google, MSN, Virgilio o altri motori di ricerca.

Questa ci riporta a tutte quelle notizie che parlano della censura cinese come se fosse lontanissima e invece noi che crediamo di essere tanto liberi ecco che questa volta è toccato a noi (qui sulla presunta libertà che abbiamo ci sarebbe da parlare a lungo ma andremmo fuori tema) e non bisogna dimenticare che purtroppo la censura riguarda anche Turchia (più vicina a noi), India, Pakistan e tantissimi altri paesi.

Vengono vietati ed oscurati siti di scrittori, pittori, blogger e via dicendo. Nella vicenda The Pirate Bay vi è stato inoltre un grave fatto legato alla privacy degli utenti italiani, infatti quando un utente provava a connettersi al sito veniva reindirizzato su un'altra URL riconducibile alla IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), acquisendo gli indirizzi IP dei visitatori del sito, che fossero utenti curiosi o utilizzatori del sito, senza contare chi comunque lo utilizzava per file legali non coperti da copyright. Io non sono dell'idea che per arrivare allo scopo si debba falciare tutto.   

Su quest'ultimo punto è intervenuta pure l'Associazione Altroconsumo  presentando reclamo al garante privacy contro industria discografica, per il trattamento illecito dati personali

Nonostante ciò la famosa in questi giorni ha festeggiato i 15 milioni di utenti.

Pirate Bay nella veste di Peter Sunde uno degli amministratori del sito ha fatto ricorso al Tribunale di Bergamo grazie a Matteo Flora, esperto informatico e due avvocati Giovanni Battista Gallus e Francesco Paolo Micozzi.

I motivi per questo dissequestro non sono ancora noti, speriamo di avere aggiornamenti al più presto.
 
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9 settembre 2008

Copiare DVD legalmente è possibile

RealNetworks, società che ha creato il famoso software Real Player, ha realizzato un nuovo prodotto, si chiama "realDVD".
Questo prodotto nonostante non sia ancora in commercio, fa già parlare molto di se; grazie a questo software sarà possibile copiare legalmente i film in DVD sul proprio Hard Disk, permettendo il ripping dei DVD protetti .

Si potrà effettuare una sola copia di ogni DVD, e riprodurla esclusivamente sul pc o su un massimo di 4 altri diversi pc.

Il software RealDVD sarà distribuito entro fine mese via Real.com, ed in via promozionale dovrebbe costare 30 dollari in in seguito il prezzo ufficiale sarà di 50 $.

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