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12 febbraio 2011

Anche l’Italia vuole la censura Internet

Nonostante ci sia già una notevole censura in Italia, e non solo su Internet, le cose sembra stiano peggiorando. 

Ultimamente vi è stato un gran parlare di Wikileaks, ma la maggior parte delle notizie che riguardano l’Italia, devo dire che non sono state una novità, neppure quella che riguarda il tentativo di censura per bloccare contenuti Internet (Legge Romani).

Già tempo fa Stefano Rodotà, giurista e costituzionalista, sosteneva che Internet dovrebbe essere un diritto costituzionale, tanto da modificare l’articolo 21 della Costituzione Italiana.

Io sono per la libertà, la libertà di poter leggere, ascoltare o vedere qualsiasi cosa in modo da poter decidere e valutare con la mia testa, il tutto però senza ledere i diritti e libertà altrui. Sono sempre stata un po’ fuori dalle righe nella mia vita, non amo la moda e tutto ciò che mi viene più o meno imposto.  Se sento una notizia, e l’argomento mi sta a cuore, cerco di saperne di più non mi limito al primo/a che mi dice che il cielo è improvvisamente diventato verde. Lo devo vedere con i miei occhi o accertarmi che sia veramente così.

Ecco perché amo Internet, perché non si limita a 4 notiziari tutti uguali, ma hai la possibilità di approfondire, almeno un po’!!!

Ma torniamo al dunque, cosa si sta cercando di fare in Italia? Secondo un gruppo di associazioni, quali: Adiconsum, Agorà Digitale di Marco Cappato, Altroconsumo, Assonet - Confesercenti, Assoprovider - Confcommercio vi è il rischio che se entrerà in vigore la delibera 668 di dicembre 2010,  l'AGCOM avrà il potere di censurare siti web che potrebbero violare il diritto d'autore.

Il timore è che con questa motivazione, di solo sospetto, potrebbero essere censurati siti senza che sia accertata la colpevolezza da parte dell'autorità giudiziaria, ma che vengano oscurati siti per motivi differenti come per esempio siti con contenuti non graditi da qualcuno.  

È stata pubblicata una petizione per sensibilizzare l'opinione pubblica. 

Maggiori informazioni si posso trovare sul sito FULOG il Blog di Fulvio Sarzana, Avvocato che si occupa anche di Diritto dell’Informatica e delle Telecomunicazioni.

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22 aprile 2010

Google pubblica la mappa delle richieste di censura nel mondo

Come siamo messi con la censura in Italia? Male! Di norma quando sentiamo parlare di censura sul web il primo pensiero va alla Cina, poi a tanti altri Stati che erroneamente si pensa siano sempre molto lontani da noi come India, Corea, Turchia.

Invece, purtroppo i paesi che applicano la censura sul web sono moltissimi, molto più dietro l'angolo, anzi  addirittura in casa nostra.

Magari molti di voi lo sapevano già, ma ora abbiamo anche un punto di riferimento che ci permette di valutare meglio la situazione. Infatti solo a Google le richieste di censura, da parte dell'Italia sono ben 57, questo ci porta ad essere al 7°posto e al 6° per le richieste dati  con un numero di 550 (attualmente), nella classica verificabile sul Government Requests tool.


Riporto la motivazione di questa pubblicazione dal blog di Google

L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che “ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini”. Scritto nel 1948, questo principio è oggi perfettamente applicabile ad Internet – uno dei più importanti strumenti per la libertà di espressione nel mondo. Tuttavia il controllo esercitato dai Governi sulla rete sta crescendo rapidamente: dal blocco completo al filtraggio dei siti, ai provvedimenti giudiziari che limitano l’accesso ad alcune informazioni, fino alle misure legislative che obbligano le aziende a controllare i propri contenuti.

Come giustamente viene precisato sul comunicato, molte di queste richieste sono lecite in quanto riguardano richieste di rimozione di contenuti pedopornografici o richieste per svolgere inchieste giudiziarie, ma "i dati relativi a queste attività non sono stati finora resi disponibili su larga scala. Crediamo che una maggiore trasparenza porterà a ridurre i rischi di censura."

Considerato che le richieste di cui sopra, sono rivolte solo a Google, si deduce che possiamo solo avere uno ipotesi della situazione visto che non sappiamo a chi e quante altre richieste similari sono state effettuate, inoltre è pur sempre un dato approssimativo visto che le motivazioni di tali richieste possono essere legittime.

Il mio personale parere è che i dati sono comunque molto elevati e il pensiero che ci venga sempre più preclusa la libertà di sapere, conoscere, imparare, informarci e soprattuto farci una nostra personale idee delle cose non mi piace proprio! :-(

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14 gennaio 2010

Google vs Cina e Italia vs Internet

In questi giorni si fa un gran parlare di privacy, diritti degli autori, diritti sulle immagini e via dicendo.

Partiamo dall'Italia dove il Governo ha presentato e approvato a fine dicembre un decreto in cui il Garante dovrà vegliare sul rispetto del diritto d'autore in Rete. Questo decreto oltretutto è stato approvato senza alcun coinvolgimento del Parlamento, sottopone qualunque immagini sul web (dalle web tv a YouTube) alle stesse regole della TV e quindi a una preventiva autorizzazione ministeriale, con una incredibile limitazione dell'attuale modalità di funzionamento della rete".

Il provvedimento è registrato come Atto del Governo n.169 (pdf)

Articolo 21 sottolinea come "il decreto include la fornitura delle immagini via internet tra le attività che necessitano di un’ autorizzazione del Governo, poi estende la rigida disciplina del diritto d’autore ai fornitori di servizi via internet con disposizioni dagli effetti simili a quelli della controversa legge francese"

Ma in questi giorni vi è anche un'altra guerra per la libertà d'informazione e non solo, si sta svolgendo tra il colosso informatico Google e il continente cinese.

Google aveva fatto sapere, in questi giorni l'intenzione di chiudere i suoi uffici in Cina e ritirasi dal più grande mercato internet. La decisione a seguito di un attacco informatico ad alcuni gruppi per i diritti umani tramite il suo servizio di posta Gmail per mano del Cina.

"Abbiamo deciso che non accetteremo più di continuare a censurare i nostri risultati su Google.cn, e pertanto nelle prossime settimane discuteremo con il governo cinese la base sulla quale potremo operare un motore di ricerca senza filtri nei limiti di legge, se possibile", ha detto in una nota il capo dell'ufficio legale di Google, David Drummond.

Yahoo ha appoggiato e sostenuto Google, sostenendo che gli attacchi alle reti dell'azienda sono negativi e nocivi ed è necessario contrastare opponendosi alla violazione della privacy degli utenti.

La risposta del Governo cinese non si è fatta attendere, ed ha replicato che è un suo diritto controllare la rete, tramite il portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu, ha fatto sapere che in Cina «Internet è aperta» e le società che vogliono operare sul territorio cinese si devono adeguare alle leggi del paese.

Al momento Google continua la sua battaglia permettendo la visione dei suoi siti Google.com e Google.cn privi dei filtri richiesti dalla legge cinese in questo modo gli utenti cinesi hanno libero accesso a tutte quelle informazioni che fino ad ora erano ritenute proibite.  In Cina non è possibile vedere o utilizzare siti come YouTube, Facebook e Twitter.

Staremo a vedere dove ci porteranno tutte queste lotte contro Internet, la sua libertà e diffusione.

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4 settembre 2009

I documenti segreti o censurati li trovi su Wikileaks

Se siete delle persone molto curiose, o semplicemente volete sempre sapere la verità delle cose, allora vi consiglio di fare un giro su Wikileaks.

Wikileaks è un sito internet dove è possibile pubblicare i documenti segreti e materiale classificato riservato, dei governi democratici e delle Corporations.

Il progetto si occupa di preservare l'anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella "fuga di notizie".

Purtroppo non esiste un indirizzo editoriale né una redazione che controlli i documenti ricevuti, quindi non vi è la sicurezza della veridicità dei documenti postati.

La Main Page é dove si possono trovare gli ultimi rapporti e documenti pubblicati in ordine cronologico, ma si possono anche seguire tutti gli ultimi commenti via Twitter.

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25 maggio 2009

Messenger volutamente bloccato in 5 Stati

Incredibile Microsoft ha interrotto il servizio di messaggistica Windows Live in cinque Stati: Cuba, Nord Corea, Iran, Siria e Sudan.

Si presume che il programma sia stato bloccato a seguito delle pressioni del Governo USA, in quanto tutti e cinque gli Stati sono sotto l'embargo americano.

Microsoft non fornisce commenti sulla motivazione e la relativa durata di questo blocco, anche l'unico comunicato apparso sul blog ufficiale di Messenger al momento è sparito.

Ma che cattiveria bella e buona è questa, tu vivi in paese di ... e io ti tolgo il giocattolino (che ha tutto il mondo) per farti dispetto.

Ma che razza di ragionamento, Internet dovrebbe essere fuori da queste guerre e diatribe politiche, dovrebbe essere libero sempre, sia l'accesso che l'uso dei programmi. Perchè devono sempre pagare gli innocenti.!!!!

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10 aprile 2009

Bannato il pulsante della Baia dei Pirati da Facebook

ThePirateBay a fine marzo, aveva aggiunto una nuova funzionalità che permetteva di condividere file.torrent su Facebook.

Il “Share on Facebook” è stato eliminato ed ora non è più possibile linkare nulla che provenga da The Pirate Bay: un messaggio antipatico , ci informa che parte del nostro messaggio è illecito e viola le TOS di Facebook.

Barry Schnitt di Facebook ha dichiarato che il blocco è stato messo in atto dopo la richiesta a ThePirateBay di eliminare il pulsante, che non ha avuto risposta ribadendo che è stato necessario per impedire violazioni alle leggi sul copyright.

È vero che la maggior parte di persone scarica materiale illegale dalla rete, ma ci sono anche persone che condividono file che nulla hanno a che vedere con la pirateria, a questi si è praticamente attuata una vera e propria censura.

Sono stati anche banditi tutti i link che portano alla Baia Dei Pirati, ma stranamente non sono stati banditi Mininova e isoHunt, isoHunt offre inoltre un ‘Share on Facebook’ ancora attivo.

Per maggiori informazioni: TorrentFreak

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23 marzo 2009

Lista nera dell'Australia, censurato dentista e agente commerciale

Qualche giorno fa vi segnalavo il rapporto di Reporter senza Frontiere, sulla situazione censura in giro per il mondo.

Oggi prendo atto che l'Australia effettivamente sta davvero svolgendo un opera di censura.

L'Autorità di controllo dei media ACMA (Australian Communications and Media Authority), da redatto al lista nera in cui vengono elencati i siti giudicati nocivi per i ragazzi.

Nella lista dei siti proibiti,oltre a siti di poker, troviamo anche : collegamenti a YouTube, inserimenti in Wikipedia, pagine di comunità religiose e arriviamo al massimo considerando pericolo un agente di viaggio e un dentista.

Inoltre la società australiana delle Telecomunicazioni può chiudere un sito semplicemente in base ai reclami dei cittadini.

Potete approfondire sul Sydney Morning Herald.

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13 marzo 2009

La censura nel mondo

Dati inquietanti arrivano da Reporter senza Frontiere, in un report che porta in dettaglio la situazione con dati, numeri e spiegazioni, di ogni paese preso in esame, scaturisce che Internet è sotto controllo anche dagli Stati definiti democratici.

La situazione più grave colpisce ben 12 paesi, che sono definiti nel report "nemici di Internet".

La lista, già più o meno nota dei 12 è: Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam.

Qui in pratica si impedisce di navigare liberamente trasformando le reti in intranet, impedendo così di accedere alle informazioni giudicate "indesiderabili", ma anche perseguendo, incarcerando e minacciando chi non sottosta alle regole imposte.

Ma c'è di peggio, perchè se la lista sopra è già discretamente nota agli internauti, le cose sembra non stiano andando meglio altrove, infatti vi sono altri 10 paesi che Reporter senza Frontiere ha definito "sotto sorveglianza". Anche qui si stanno adottando misure che ne liberano la libertà.

Di questi ultimi vengono menzionati l'Australia e la Corea del Sud, dove recenti interventi potrebbero mettere in pericolo la libertà di espressione su Internet.

Un mondo dove sempre più ci viene tolto un pezzettino del nostro libero pensare.

Il report completo lo trovate qui in formato pdf.

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6 marzo 2009

Google rimuove i post senza avvisare

Leggo con apprensione che Google ha cambiato politica nei confronti dei blogger che utilizzano il suo prodotto Blogger™, la piattaforma di proprietà di Google.

Pare che in America a molti blogger, da novembre,siano spariti alcuni post dal loro Blog.

A causa di un cambiamento sulle sue politiche di protezione dei diritti, abbia censurato eliminando post riguardanti notizie inerenti alla musica.

Ad accorgersi della scomparsa Ryan Spaulding, autore del blog Ryan’s Smashing Life. Secondo Google sono stati cancellati post che contenevano materiale protetto da copyright, non secondo l'autore.

Maggiori info le trovate sul sito Neowin.net (n inglese).

Per ora riguarda soltanto la musica in America, succederà anche in Italia? E solo per la musica?

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4 dicembre 2008

Sconfiggere la censura con il G.N.I.

La censura è un gravissimo problema e colpisce moltissime nazioni; noi italiani, non siamo immuni dalla censura. Al di là del fatto che possa esserci, in alcuni casi, uno scopo non negativo, la censura è sempre fastidiosa.

Ora pare che tre grandi marchi: Microsoft, Google e Yahoo!, vogliano aderire a un'organizzazione per proteggere i diritti civili e la privacy, anche se non è ancora stato stabilito nessun piano d'azione, queste tre società, criticate per le loro politiche economiche portate avanti senza preoccuparsi dei diritti umani, pare abbiano cambiato idea unendosi con altre organizzazioni a questa rete.

Tutti insieme hanno dato vita al Global Network Initiative, il cui obbiettivo è difendere la privacy degli utenti che operano nel settore del ICT in paesi dove questa non è garantita.

Unire le forze e redigere un protocollo comune di comportamento che, a parità di condizioni concorrenziali, permetta di muoversi con maggior disinvoltura verso Oriente, sapendo di poter anche far opposizione al regime cinese nel nome del rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

Sembra che altre società come Vodafone e France Télécom, pensino di unirsi in questa rete.

Speriamo che al di là di motivazioni economiche questa iniziativa possa davvero ridurre al minimo le restrizioni governative sull'espressione dei singoli attraverso la rete, e non solo in Cina.

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7 novembre 2008

Brevetto Microsoft Censura audio

Nel 2004, Microsoft ha depositato un brevetto di un software che è in gradi di analizzare e filtrare in tempo reale, parole o fonemi, censurando le parole ritenute inappropriate.

I classici bip di censura della RAI di tanto tempo fa.

L'Ufficio brevetti statunitense, ha approvato riconoscendo a Microsoft i diritti dell’invenzione denominata sistema di “censura automatica dei dati audio”.

In pratica il sistema interviene al momento della compressione dell'audio: quando i singoli pacchetti devono essere trasferiti, un algoritmo compie il confronto tra i singoli fonemi che è stato in grado di isolare e il database delle parole (cioè aggregati di fonemi) proibite.

Nonostante Microsoft non abbia rivelato che uso intenda fare di questa tecnologia, che dovrebbe sostituire l'intervento umano nel caso di parole non troppo consone, ha comunque affermato che vi sarà una certa elasticità nei contenuti e negli orari di messa in onda delle trasmissioni, da parte di questo filtro, che comunque escluderà per esempio un certo tipo di censura in un programma dedicato alla medicina, dove alcune parole potrebbero risultare offensive in altri programmi.

Molto probabilmente l’impiego potrebbe essere implementato su XBox Live, nelle chat vocali delle sessioni multiplayer, e magari sulle trasmissioni radiofoniche che si possono ricevere tramite Internet.

Io ribadisco la mia convinzione che per quanto possa tornare utile in alcuni casi, come per esempio la possibilità di controllare i contenuti, sia visivi che audio, sottoposti ai bambini, preferisco la LIBERTA' di scegliere di vedere e sentire quello che preferisco e decido.

Nel caso di controllo sui bambini, lascerei l'obbligo di controllo ai genitori, che debbono sempre prendersi la loro responsabilità nel momento in cui lasciano i mano ai loro pargoli mezzi importanti come Internet o la televisione.

Voi siete d'accordo con la censura audio?
 
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4 ottobre 2007

Arriva la censura anche in Italia?

Non amo molto parlare di politica, ma non mi piace la censura da parte di nessuno.

Leggo in rete della richiesta di chiusura di un blog: Masellatiodio.

Riporto in toto il messaggio del blog :

Alla fine è successo. Mastella vuole farci chiudere e a tale scopo si é rivolto alla Polizia Postale (leggete qui). Sinceramente non sappiamo se il Ceppalonico avrá successo, in ogni caso se la censura del nostro blog andasse in porto il tutto costituirebbe veramente un precedente grave e scandaloso per la democrazia di questo paese. Abbiamo giá dichiarato piú volte che il titolo di questo blog è puramente simbolico. Mastella ci accusa di essere neonazisti e di incitare alla violenza. Vi consigliamo di navigare all´interno del blog e verificare la consistenza nulla di queste accuse. Siamo veramente curiosi di sapere quali leggi della Repubblica Italiana avremmo violato. Consigliamo al nostro dipendente signor ministro (tutto in minuscolo) di dare un´occhiata ai vari siti anti-Blair ed anti-Bush che esistono in rete: al confronto di quelli il nostro é una vera apologia di Mastella. Bene, in attesa di ulteriori sviluppi, chiediamo a tutti i naviganti che apprezzano il nostro sito di darci un sostegno di tipo morale. Diffondete la notizia. Create dei banner contro il nostro oscuramento. Fate informazione. Scrivete alle autoritá competenti. Dateci consigli. Ora abbiamo bisogno di voi piú che mai. Help!


È pazzesco, secondo me inaccettabile. E se Microsoft dovesse far chiudere tutti i siti che parlano male del colosso ...

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