Prende sempre più piede il fenomeno Cybersquatting (lo sfruttamento illecito di un dominio Internet che fa riferimento a personaggi o marchi celebri); secondo l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (Wipo) dell’ONU l’anno scorso si sono verificati più di 2.300 casi.
Sono oltre 14.000 i casi sottoposti alla Wipo negli ultimi 10 anni e sembra che la situazione non possa che peggiorare.
L’Icann (ente internazionale no-profit che gestisce la rete internet), ha infatti annunciato l’introduzione di nuovi domini di primo livello generici, cioè delle alternative ai suffissi «.com» o «.net».
Le vittime sono tutti nomi illustri e aziende famose come:
Christian Dior, eBay, Coca-Cola, Google ma non sono risparmiate neppure le grandi organizzazioni, come la Fifa, emittenti televisive tipo la BBC, o i grandi marchi automobilistici BMW.
I settori più colpiti sono, quello farmaceutico con una percentuale del 9,9%, le banche con il 9,4%, ed il settore Internet e dell’Information Technology con l’8,8% dei casi.
Il report completo del WIPO.
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